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Channel: Divisare - Projects of competitions
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Lento VS Veloce - KK architetti associati

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Riqualificazione del Centro di Laives – via Kennedy

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce

KK architetti associati — Lento VS Veloce


Ecomercato - Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM

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Progettare lo spazio espositivo dedicato alla Regione Lazio, in occasione della 78a Mostra internazionale dell’artigianato, presuppone una riflessione globale sulla regione stessa partendo dai suoi dati culturali, produttivi e territoriali. Etimologicamente il nome Lazio deriva da Latium (latus significa spazioso) che identificava la zona larga e spaziosa che si trovava sulla riva del Tevere. Già l’etimologia suggerisce ad un territorio esteso, in maggioranza collinare e pianeggiante, storicamente e morfologicamente a forte vocazione agricola e con la maggiore biodiversità d’Italia. La vocazione agricola è tutt’oggi presente anche se in diminuzione dal dopoguerra ma si è saputa però tramutare anche a livello di servizi e strutture, basti pensare ad esempio al mercato ortofrutticolo di Fondi (uno dei più grandi d’Europa) che svolge un ruolo nevralgico nella distribuzione e commercializzazione agricola.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

Da qui l’idea del mercato inteso come luogo di scambio, in questo caso anziché vederlo semplicemente come dedito al commercio dei prodotti si è voluto intenderlo come un luogo adibito alla trasmissione e diffusione delle identità culturali e territoriali. Il padiglione dedicato alla Regione Lazio viene quindi progettato e concepito come la loggia di un mercato, uno dei luoghi dove usualmente avviene la commercializzazione dei prodotti che si trovano all’interno della Mostra internazionale dell’artigianato. Lo spazio espositivo territoriale diviene quindi uno spazio di scambio culturale.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

IL PROGETTO Il padiglione espositivo è basato su un impianto rettangolare, che ha come riferimento la loggia rivisitata in chiave contemporanea: una struttura libera ma al tempo stesso contenitiva e protettiva. All’interno della loggia sono collocate tutte le funzioni richieste che prendono forma con volumi ed arredi totalmente indipendenti come dei banchi all’interno di un mercato. Gli elementi che strutturano tutto il sistema compositivo sono i seguenti: - la struttura ad archi che compone una maglia rettangolare regolare. - un primo box rettangolare adibito a ripostiglio/vano tecnico. - un secondo box rettangolare adibito a sala riunioni b2b. - il desk circolare di accoglienza. - la pavimentazione che ricopre l’area rettangolare di 200 mq. - il cielino realizzato con corde tese longitudinali su cui è fissata l’illuminazione.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

I MATERIALI I materiali utilizzati sono tutti riciclati, riciclabili o riutilizzabili: - Gli archi sono pareti sandwich di spessore di circa 10 cm costituiti da un’anima interna di cartone alveolare riciclato con una resina ignifuga, le superfici esterne in cartone riciclato pressato. - La pavimentazione è realizzata con una fibra di canapa rigenerata. - La struttura dei desk e dei box è realizzata con legno di scarto, mentre la superficie in tessuto non tessuto può essere tranquillamente riutilizzata. - Le corde che costituiscono la trama del soffitto sono ottenute da fibra di canapa rigenerata. - Gli arredi presenti sono tutti realizzati con un cartone ondulato riciclato.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

L’IMMAGINE COORDINATA L’immagine coordinata di tutto il padiglione espositivo si basa su una chiara leggibilità da parte dei visitatori. A tal fine sono stati creati per i booth espositivi dei totem di riconoscimento degli stand con il logo della regione Lazio e il nome dell’espositore. I totem saranno di h180 cm per avere le informazioni ad altezza uomo, per poter leggere tutto immediatamente. Saranno collocati in corrispondenza di ogni booth lungo il percorso interno.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

IL MONTAGGIO La struttura del padiglione è pensata come una scenografia componibile di facile montaggio: ogni elemento ad arco sarà realizzato dall’allestitore prima di essere trasportato in fiera, in loco verranno assemblate le campate con il montaggio di quattro archi fissati tra di loro. Ogni campata sarà coronata da un controsoffitto realizzato con corde montate su un telaio che conferiranno maggiore rigidezza al tutto. Infine, dopo il montaggio di tutta la struttura, verrano montati i box e il desk insieme all’impianto elettrico e l’audio-video.

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

Emanuele Barili, Cosimo Balestri, ArchiBaM — Ecomercato

Roma Design Lab - Fabrizio Furiassi, Federico Panella

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The city of Rome is a universe studded by archaeological sites and monuments that witness the entire human history. The Temple of Minerva Medica, in the Esquilino area, is one of them. It survives silent to the daily transit of trams on Via Giolitti and the arrivals and departures of trains from the Termini railway station. It has inspired Brunelleschi for the construction of Santa Maria del Fiore in Florence and has influenced the design of the Basilica of Saint Sophia in Istanbul. Yet, with its dome of twenty-five meters in diameter, exceeded in size only by the Pantheon and the Baths of Caracalla, the Temple of Minerva Medica emerges dirty in an abandoned and fended lot, returning the image of the element out of context. The master plan that introduced the new railway and the construction of the first Termini station transformed the Horti Linciani complex into a river of steel and concrete, without integrating the area into the new structure of the modern city, considering the site more as an obstacle to overstep than a site to protect and enhance. Restore the dignity of the Temple of Minerva Medica, making available the space granted it by the contemporary city, is therefore not a only an ethical duty towards one the most important buildings of Rome, but it is an indispensable act to promote the reconciliation between the past and the modernity and to give back to the public an area that has been inaccessible for a long time. Thus, we demand the immediate enhancement of the Temple of Minerva Medica. In contrast with the recent trend to reactivate unused spaces through temporary events that end every time restoring the initial condition of the site, we propose a system that is exactly the opposite. We believe that a place is reactivated only if is used during the daily life, apart from the extraordinary event. Thus, we consider that the event is an important phase of the reactivation, but only because it is able to activate a process that is realized at the end of the event itself, not during. So, this is the strategy of intervention that we envisioned in the Moon Amor project for the Temple of Minerva Medica.

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Painting

Every place has qualities, every place can be extraordinary in its own way. A few simple acts can transform an abandoned ruin in the theater of a great show. Moon Amor is a pun. Moon Amor is temporary event designed to shine the spotlights on the Temple of Minerva Medica that culminates with the final reactivation of the site. It is a circus of performances and workshops that change the space leaving on the ground a series of facilities available for the public use. The devices that trigger this process are two, the balloon and the trench.

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Current state

In 1971, during the Apollo 14 mission, Stuart Roosa took in orbit around the Moon five hundred seeds of various species, intrigued by eventual alterations that the space trip could cause on them. Back on the Earth, the astronaut made it immediately sprout a few: the so called Moon Trees. Inspired by the astronaut and with the aim to protect a biodiversity that continues to decline in Rome, we decided to virtually replicate the experiment. A big bright moon floating on the ruins grows up to complete the arc of the collapsed dome, covering the void left by the time for one day. It is a balloon filled with seeds of typical roman essences and inflated with helium. The more it grows the more it takes off becoming a street lamp on the Esquilino and then finishing its life cycle with an explosion in the air. The result of the explosion is a rain of seeds that spreads on the entire area drawing a spontaneous garden according to the growth parameters of plants, and defining the possible scenario in which the case, the nature, and the surrounding life will add a pragmatic footprint.

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Event and self-construction performance

The wall that contains the lot of Minerva Medica and separates it from the railroad tracks is the symbol of the archaeological resistance to the city’s urbanization. It represents the boundary that cuts Rome in two pieces and at the same time is the element of strength that we have chosen to host the functions necessary to live the public space. The wall is the catalyst in the transition between the event Moon Amor and the daily life. Biodegradable bags of soil are positioned as a trench along the wall and used, with a few other materials, for the construction of urban facilities, in a self-construction performance where users directly change the context. During the event the trench change shape and flourish transforming the wall into millions of flowers, while its function of space stabilizer remain the same. The furniture realized is just the starting point of a process that sees the citizen as a contemporary bricoleur, promoter of new architectural and social forms.

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Explosion of seeds

Moon Amor is a performance that aims to highlight the dialectic between artificial and natural making aesthetic the dynamics interaction between human being and universe: the big show of everyday life staged at the temple of Minerva Medica.

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Re-activated site

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Balloon phases

Fabrizio Furiassi, Federico Panella — Roma Design Lab

Vegetable Urban Furniture

Parco verde urbano di Enna bassa - PAESAGGIO2000_Antonella Valentini_Paola Venturi, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici

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Il progetto del Parco dei Gessi si pone come obiettivo il mantenimento ed il ripristino degli equilibri morfologico-ambientali che ancora caratterizzano questi luoghi: le formazioni gessose all’interno di Enna bassa testimoniano la continuità fisica tra ambiente naturale ed ambiente urbano, dal fiume Torcicoda fino a risalire alla città storica, con l’obiettivo di recuperare e rafforzare il rapporto tra la città ed il territorio. Il progetto è integrazione degli spazi, dalla città al parco, dalle piazze al prato, al bosco, al fiume, agli orti urbani, alla città. Il parco è una fetta della vita quotidiana, è il posto dove passeggiare, respirare, correre, leggere, ascoltare, giocare, dialogare, rilassarsi, mangiare, studiare, lavorare, conoscere e conoscersi. E’ lo spazio dell’integrazione, dell’apertura al mondo, alla cultura, alla conoscenza di quanto nuovo e diverso.

PAESAGGIO2000_Antonella Valentini_Paola Venturi, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco verde urbano di Enna bassa

ingresso al parco

Nel Parco spazi e funzioni sono integrate e al contempo distinte: Le Piazze del sole, la fascia orientale del parco, La Collina dei Gessi, il cuore del parco, Il Bosco del fiume, corridoio di connessione ecologica. La Collina dei Gessi racchiusa dai due corsi d’acqua è il motore centrale da cui parte la spinta alla riqualificazione urbana, il progetto dei margini verso i quartieri limitrofi apre ad un sistema di relazioni fisiche, concettuali e funzionali a servizio dei cittadini che vivono nelle zone limitrofe, degli studenti che frequentano gli istituti per l’istruzione, in diretta relazione col centro religioso di Sant’Anna e in connessione visuale con la città storica. Le Piazze del sole sono gli spazi di relazione funzionali alla vita sociale e culturale, il Bosco del fiume ricompone il sistema di connessione ecologica che risale il versante. Un parco verde urbano per tutta la comunità della città di Enna.

PAESAGGIO2000_Antonella Valentini_Paola Venturi, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco verde urbano di Enna bassa

planimetria

PAESAGGIO2000_Antonella Valentini_Paola Venturi, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco verde urbano di Enna bassa

sezioni

PAESAGGIO2000_Antonella Valentini_Paola Venturi, Gabriele Paolinelli, ludovica marinaro, Camilla Tredici — Parco verde urbano di Enna bassa

dettagli

RÉHABILITATION D’UN ANCIEN MANÈGE EN BÂTIMENT D’ÉQUIPEMENTS PUBLICS - E S T A R

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The point of departure of the project is the comprehension of the current spatial and construction configuration of the Ancien Manége as a result of an on going transformation and assessing its potential to become an inhabitable civic building with minimum intervention. The project proposes the reutilization and adjustment of existing structural and construction elements combined with selected demolitions, punctual repairs and minimum additions with the intention of utilizing the atmospheric, architectural and thermal qualities of the various parts of the building.

E S T A R — RÉHABILITATION D’UN ANCIEN MANÈGE EN BÂTIMENT D’ÉQUIPEMENTS PUBLICS

Photo by Andrés Fraga

The building is to be accessed from Rue René-Louis-Piachaud via a new pavement that clarifies the urban block, establishing a visual relation with the Promenade de la Treille and a public exterior space in the proximity of the entrance. The main access door for the public is placed on the left side of the building in the next to the fountain, becoming frontally visible when approaching from Place du Bourg-de-Four. Accessing the building from the tower allows for the semi-circular rotunda to become a space for gathering in direct relation with the street, preserving the 1950 concrete structure and balconies.

E S T A R — RÉHABILITATION D’UN ANCIEN MANÈGE EN BÂTIMENT D’ÉQUIPEMENTS PUBLICS

Photo by Andrés Fraga

The lower concrete slab is to be preserved forming a service plinth where all common services are placed, liberating from obstructions all the perimeter spaces with windows to the exterior. The intermediate concrete slab is to be demolished to liberate the large arched openings and obtain a generous common Salle also serviced from the services plinth. Circulation is resolved in two parallel bars aligned with the towers, one of more public nature at the front and one for more internal use at the back.

E S T A R — RÉHABILITATION D’UN ANCIEN MANÈGE EN BÂTIMENT D’ÉQUIPEMENTS PUBLICS

Photo by Andrés Fraga

All new additions are realized in wood, taking the form of exposed studwork partitions that define the large block of services on the ground floor and two large partitions that acoustically exclude the Salle from the rest of the building. The only new structural addition is a new roof over the south wing, result of the demolition of the higher volume in Rue de Saint-Léger, also becoming a terrace on the upper level.

E S T A R — RÉHABILITATION D’UN ANCIEN MANÈGE EN BÂTIMENT D’ÉQUIPEMENTS PUBLICS

Photo by Andrés Fraga

In order for the sale to be occupied by multiple users simultaneously or used as one large room for special occasions, a third translucent studwork partition box can be lowered or lifted to form a partially acoustically and thermally separated space within the Salle. This room is hung from the existing timber structure, a reference to the hayloft and the galeries that used to hang in the Ancien Manége, is lit from a fourth studwork partition that takes the form of skylight.

The project tries to make compatible the optimization of the thermal envelope and the conservation of the heritage values of the building. In order minimize the intervention in the existing timber structures, the existing ventilated lofts are preserved and concealed behind new suspended ceilings including thermal insulation. The thermal performance is also enhanced with the introduction of new insulated windows with multiple operation possibilities form the users.

The character of the additions and the use of wood as a main material allows for possible future alterations to the way the building might be used, understanding the intervention as one further stage of the on going process of transformation the Ancien Manége has undergone.

Concours Ancien Manège - Background Architecture

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le projet propose une relecture croisée des premières étapes pour renouer avec les caractéristiques fondamentales du bâtiment. En redonnant un statut singulier à l’abside et à sa morphologie affichée sur rue, en travaillant volumétriquement un bas-côté contemporain de foyer public et en réouvrant l’ensemble de la nef et de sa charpente, le “Nouveau Manège” va permettre d’offrir aux usagers une lecture totale des éléments architecturaux d’origines encore existants. En regroupant les espaces mutualisés dans la nef centrale, le projet propose d’offrir une flexibilité des salles dites polyvalentes et du réfectoire adaptées aux besoins des futurs usagers. Fonctionnant de manière autonomes lorsque les deux cloisons de la nef sont fermées, les trois espaces adjacents peuvent être couplés pour assurer l’accueil de tous types de manifestations. Ces modulations verront la charpente du bâtiment se dévoiler grâce à un jeu de panneaux coulissants et pivotants permettant une privacité en position close mais une grande transparence dans leur version ouverte. Il contribueront à animer ce volume par un ballet spatial scénographiant la flexibilité nouvelle de ce patrimoine retrouvé. Réunions de tailles variées, entrainements sportifs, expositions, projections et même salle de concert ou de spectacle trouveront leur place dans cet espace. Le mobilier sera facilement modifiable grâce à l’espace de stockage dans une tourelle adjacente, ou également par accès direct via le monte charge desservant l’entier du manège et connectéà l’entrée de livraison sur la rue Colladon. Seule l’abside comporte une morphologie courbe quelque peu altérée par la présence des appartements du palefrenier et des niveaux déconnectés du reste du bâtiment. Si les moyens mis en oeuvres sont modestes, il n’en demeure pas moins un ouvrage de qualité autant dans son fonctionnement que dans la volumétrie qu’il offre à la ville. La relation du contenu multi-programmatique à l’extérieur va redonner à ce volume singulier un dialogue avec l’environnement bâti que représente le quartier de la vieille ville de Genève. Un grand plancher va ainsi être bâti pour mettre l’Homme au niveau de la lumière, de plein pied avec les fenêtres voutées et en acteur de la ville d’aujourd’hui.

Background Architecture — Concours Ancien Manège

Background Architecture — Concours Ancien Manège

Maison du livre et du patrimoine. Lausanne - Background Architecture

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Critiques du jury:
Intégration urbaine
Le jury a particulièrement apprécié la proposition urbanistique du projet BACKGROUND qui inscrit la future Maison du Livre et du Patrimoine dans un volume bâti définissant, d’un seul geste, le front sud de la plateforme du Flon et une nouvelle limite à l’Esplanade de Montbenon. Dans une réflexion globale, incluant les périmètres d’intervention et de réflexion, le projet dessine une articulation urbaine claire et structurante. Elle intègre, derrière un nouveau front bâti, l’avenue Jean-Jacques Mercier et le futur viaduc Vigie-Gonin. Elle remodèle à l’ouest le flan de la colline et l’arborise d’essences indigènes pour perpétuer le caractère et la valeur écologique de ce vestige de forêt en ville. A l’est, le trottoir de l’avenue Jean-Jacques Mercier se dilate et se transforme en espace public ouvert sur la ville sous la forme d’un balcon végétalisé qui matérialise la transition entre l’Esplanade de Montbenon et la Place de l’Europe, entre verdure et minéralité. Le revêtement de sol de la rue des Côtes-de-Montbenon exprime la transversalité des relations piétonnes qui desservent le quartier du Flon, tissant au sol des liens entre la trame du réseau viaire industriel de la plateforme et sa nouvelle limite bâtie affirmée au sud. En desservant le quartier de Sévelin par un grand escalier abrité sous une arche du Pont Chauderon, le projet achève la requalification d’un nouvel axe piétonnier majeur reliant d’est en ouest les différentes plateformes de comblement du Flon.

Background Architecture — Maison du livre et du patrimoine. Lausanne

Concept architectural
Dans sa coupe longitudinale, le projet exploite la volumétrie particulière générée par la pente du viaduc pour créer une série de plateaux, ouverts en balcons, reliant visuellement les activités entre elles. Le jury relève toutefois qu’il serait spatialement souhaitable de diminuer la longueur de ces plateaux. Transversalement, les deux façades sont traitées de manière à créer des ambiances différenciées : plus introverties et urbaines au nord, plus en contact au sud avec la nature et les variations saisonnières de lumière dans la frondaison des arbres. Au rez-de-chaussée, les activités publiques ouvertes sur la rue des Côtes-de-Montbenon (bibliothèque adulte, hall, cafétéria) s’offrent aux passants et permettent des vues traversantes sur la colline boisée. Le jury regrette la position très en vue et à proximité de l’entrée principale du garage pour le véhicule de livraison du service. Depuis le hall d’accueil, les utilisateurs s’orientent très facilement, grâce à un grand patio ouvert sur les 3 niveaux accessibles au public, la bibliothèque adulte au rez, la bibliothèque jeunesse à l’étage, les espaces d’exposition au niveau -1 ainsi que le centre patrimonial de la BD, bien localiséà proximité des archives et des activités qui y sont liées (ateliers de reliure, de numérisation et d’archivage audiovisuel, bureaux des archivistes). La cafétéria au rez et l’auditorium au niveau -1, ouverts sur ce patio, disposent d’accès et d’un escalier de liaison indépendants assurant une bonne autonomie de fonctionnement. L’espace d’exposition offre également des possibilités d’extension pour l’auditorium. L’espace administratif est divisé en deux secteurs. Les bibliothécaires et l’administration occupent le 2ème étage. Au niveau -1, les activités des archivistes se déroulent à proximité des ateliers et des archives. Un vaste local de pause complète ces locaux et permet la réunion de l’ensemble du personnel. Les locaux d’archives sont bien desservis par ascenseurs et monte-charges. Les surfaces devront toutefois être optimisées, notamment en supprimant les couloirs de distribution des zones d’archivages qui ne sont pas fonctionnellement nécessaires (la circulation peut à la fois traverser les locaux et desservir les compactus). Le projet propose une robotique RFID qui se développe sur 2 niveaux, avec des guichets automatiques au rez qui distribuent les documents au rez pour la bibliothèque adulte et à l’étage pour la bibliothèque jeunesse. Cette proposition doit être vérifiée sur les plans économique et fonctionnel. L’éclairage naturel est de qualité, à l’exception des ateliers de reliure, de numérisation et d’archivage audiovisuel, au niveau -1, qui ne disposent que d’un éclairage zénithal intégré dans le traitement de sol de la rue. Ce type d’éclairage n’est pas adéquat pour des lieux de travail et ne permet pas une température de couleur neutre, indispensable pour ces activités. Le local pour les conteneurs et le matériel d’entretien (réservéà la société Mobimo) est situé au niveau -1, à l’extrémité ouest du bâtiment, avec un accès extérieur indépendant par escalier et plateforme élévatrice. Cette disposition n’est pas adéquate d’un point de vue fonctionnel. Le projet présente un excédent de surfaces utiles d’environ 1400 m2 (notamment dans les espaces de bibliothèques, les surfaces administratives et les locaux d’archives) qui offre un potentiel d’optimisation. Par son organisation spatiale simple et ses grandes surfaces publiques en plateaux, le projet BACKGROUND offre une bonne flexibilité d’aménagement.

Background Architecture — Maison du livre et du patrimoine. Lausanne

Concept statique
La structure du bâtiment est en béton armé avec une toiture métallique facilitant le montage pendant le chantier. Le bâtiment étant plus court que le pont, la suppression de la première travée permettrait au maître d’ouvrage du pont de réaliser une économie substantielle. La stabilisation du bâtiment dans la direction transversale est bonne au 2ème sous-sol. Le dimensionnement des murs et des cadres doit être renforcé, en particulier dans la zone du rond-point. Dans la direction longitudinale, la reprise des efforts sismiques est correctement assurée par les murs de périphérie dans les sous-sols, mais doit être complétée dans les étages par des murs, le contreventement n’étant assuré que par les enveloppes des piles du pont et les cages d’escalier.

Background Architecture — Maison du livre et du patrimoine. Lausanne

Concept énergétique
La production de chaleur est assurée par le chauffage à distance (CAD) de la Ville de Lausanne qui permettra également le rafraîchissement des locaux par un groupe froid à absorption. Par sa compacité, ce projet a des besoins énergétiques réduits qui sont toutefois péjorés par les surfaces vitrées importantes. Au nord, le traitement de la façade proposant un jeu de surfaces transparentes, translucides et opaques, une optimisation énergétique par l’isolation des éléments opaques est possible. Au sud, les parties vitrées en façade et en toiture devront disposer de dispositifs de protection solaire efficaces pour éviter des problèmes de surchauffe en été.

Aspects économiques
Le coût global du projet est environ 10% plus élevé que la cible financière. Toutefois, son prix au m2 de surface de plancher pour le CFC 2 est le plus bas des 4 projets expertisés. Compte tenu des excédents de surfaces utiles (soit environ 13%), le coût total de construction devrait pouvoir atteindre la cible fixée.

Conclusions
Le jury a été convaincu par les concepts urbanistique et paysager du projet BACKGROUND qui requalifie l’ensemble de l’interface entre la plateforme du Flon et l’Esplanade de Montbenon. Les auteurs ont également démontré une bonne maîtrise de la complexité du programme avec une réponse simple et efficace, garante d’une bonne flexibilité d’usage à long terme. Le bâtiment exprime de manière très claire l’esprit et la fonction de bibliothèque publique, à l’extérieur comme à l’intérieur. Enfin ce projet offre de bonnes possibilités d’évolution et d’optimisation fonctionnelles, énergétiques et économiques.

Urban-Meet - Alessandro Conti, Manuel Lentini

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Our aim entering the competition was to work on the residual spaces of our city, Rome, to try to rethink these spaces and to come up with solutions that would trasform these residual spaces in thriving and liveable spaces. That’s why we decided to work on the residual space generated by the infrastructures, in this case the residual space under big motorways passing trough the city, and more specifically the space under the Francia Avenue viaduct in Rome. We choosed this case in particular because of its pecualiar location in the middle of the olympic neighborood and next to the New Auditorium of Rome designed by Renzo Piano, the Nervi’s sport pavillion and the Maxxi Museum of Zaha Hadid. The goal was to come up with ideas of different uses that could take advantage of the “protection ” given by the motorway that would become a “roof” for many outdoors activities for the surroundings. The potential for this place is to become a long”promenade” with different uses like: cafes, restaurants, open air cinemas, temporary esposition spaces, temporary market, sport and leuisure activities. Always with an eye on sustainability and cheapness all the ideas are designed to be made with recycled materials( pallets, containers) and easy to assembly, in order to allow the very inhabitants to build them.

Alessandro Conti, Manuel Lentini — Urban-Meet

View

Alessandro Conti, Manuel Lentini — Urban-Meet

#conoscersi-sostare

Alessandro Conti, Manuel Lentini — Urban-Meet

#condividere-incontrarsi

Alessandro Conti, Manuel Lentini — Urban-Meet

#giocare-divertirsi

Alessandro Conti, Manuel Lentini — Urban-Meet

Masterplan


Concours Ancien Manège - Gonzalo Martinez. Architecture

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Located in Geneva’s historical city centre, the landmark building of “Le Manège” was built in the 19th century as a horse-riding arena and stables. Its interior was heavily transformed in the 1950s to accommodate a car park, dividing into three different floors what had been until then a large open arena.

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

Our project will recover the original scale and spatial qualities of the site, highlighting its heritage value while adapting it to 21st-century usage.

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

The existing façades and roof will be preserved, applying only the lightest touch to their restoration. Inside, only one of the lateral volumes will be transformed: the one modified in the 1950s to accommodate the vehicle ramps. In the Manège’s floor level – which was also radically altered at that time – we will remove the concrete slabs of the car park, re-purposing the original arena as an atrium that will inspire a powerful physical experience and express the building’s identity. This atrium will be illuminated by the original clusters of high-level windows together with a new skylight added to the pitched roof. Lastly, the beautiful wooden beams of the original ceiling – later hidden behind a plaster cover – will be once again completely visible from the atrium.

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

The programme for the new Manège will be organized in three levels: entrance; a multipurpose room and restaurant in the main ground floor; and a toy library and spaces for children in the first and second levels. The upper floor will also accommodate a viewpoint.

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

Gonzalo Martinez. Architecture — Concours Ancien Manège

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - Atelier Lorentzen Langkilde

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - Gilles Retsin

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PURCHASED ENTRY IN THE FIRST STAGE OF THE OPEN, TWO-STAGE LIGET BUDAPEST INTERNATIONAL ARCHITECTURAL DESIGN COMPETITION FOR THE NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Gilles Retsin — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - Jesús Ulargui Agurruza

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI

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PURCHASED ENTRY IN THE FIRST STAGE OF THE OPEN, TWO-STAGE LIGET BUDAPEST INTERNATIONAL ARCHITECTURAL DESIGN COMPETITION FOR THE NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

HYUNJUNG KIM, YONGSU CHOUNG, YURAN CHOI — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - SHoP Architects PC

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PURCHASED ENTRY IN THE FIRST STAGE OF THE OPEN, TWO-STAGE LIGET BUDAPEST INTERNATIONAL ARCHITECTURAL DESIGN COMPETITION FOR THE NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

SHoP Architects PC — NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM

Riqualificazione Piazza delle Erbe - Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero

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RELAZIONE TECNICA Il progetto si fonda sul contrasto tra gli elementi duali che caratterizzano l’intervento: FIRMITAS/BREVITAS PERMANENZA/PRECARIETA’FORMA/COLORE RIGORE GEOMETRICO/FLUSSO CINETICO

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Il tema: realizzare una struttura temporanea che raccordi il loggiato sud della Basilica Palladiana e lo spazio pubblico di Piazza delle Erbe.

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Tavola di concorso

Gli obiettivi: - Percorso agevole che colleghi i due spazi - Supporto per la realizzazione di spettacoli all’aperto - Luogo di sosta delle persone - Incentivare l’accesso da sud alla Basilica Palladiana in occasione di mostre ed eventi

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Planimetria

Percorso agevole che colleghi i due spazi Una rampa continua collega il loggiato sud della Basilica Palladiana e Piazza delle Erbe. Un percorso accessibile anche ai diversamente abili, che dal centro della piazza si insinua sotto l’arco degli Zavatteri

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Supporto per la realizzazione di spettacoli all’aperto palcoscenico per spettacoli teatrali palco per orchestra gradonata per il pubblico

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Luogo di sosta delle persone seduta diurna informale per passanti e turisti spazio di discussioni notturne per giovani insonni

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Accesso da sud alla Basilica Palladiana in occasione di mostre ed eventi tappeto rosso di ingresso alle mostre parapetto come supporto per gli striscioni pubblicitari degli eventi

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Uso ordinario al servizio dei bar: spazio complementare alle sedute dei tavoli convivenza con gli spazi del mercato

Alberto Albiero, Alberto Fichera, Barbara Pappalardo, Bruno Sbalchiero — Riqualificazione Piazza delle Erbe

Il progetto Il risultato è un oggetto che non cerca il confronto con la fabbrica palladiana e che dichiara in maniera decisa la propria natura provvisoria attraverso forma e colore. E’ una rampa che conduce dal loggiato, in corrispondenza della biglietteria, al centro di Piazza delle Erbe. Nel suo sviluppo il nastro “sente” le diverse emergenze che ne determinano la forma: la rampa non si appoggia ma sfiora il bordo del loggiato e, nello stesso tempo, si restringe e curva quando incontra l’angolo della Torre del Tormento per curvare in maniera dolce e nello stesso tempo decisa verso il centro della piazza. Questi movimenti, apparentemente casuali e istintivi, formano un oggetto che cerca di essere meno invasivo possibile e di rispettare spazi e visuali della piazza: le botteghe sono ancora libere così come i flussi verso le altre risalite a Piazza dei Signori. Lo sviluppo della rampa crea, verso il centro della piazza, una gradinata con scalini di diversa profondità che possono essere utilizzati indistintamente come seduta o come palco per rappresentazioni: va da sé che, allo stesso modo, Basilica e Piazza possono essere sfondo o loggiato/platea. Se curve e morphing compositivo dichiarano un’autonomia formale dell’oggetto rispetto ad un contesto così carico di storia, la provvisorietà e l’eccezionalità della composizione vengono rafforzate dall’uso del colore rosso, a sottolineare ulteriormente la natura provvisoria/scenografica dell’oggetto.


Un ponte verso il loggiato - giacomo oliviero

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Principio insediativo L’“alto e robusto zoccolo bugnato della basilica palladiana: felice soluzione necessaria a superare il forte dislivello in rapporto alla elevata piazza dei Signori”(Franco Barbieri, Renato Cevese – Vicenza Ritratto di una città), rappresenta anche una imponente elemento di chiusura per piazza delle Erbe, che la separa dal loggiato inferiore della basilica palladiana. Da qui la necessità di immaginare un elemento di raccordo tra questi due piani.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

Inoltre questo collegamento rappresenta, a nostro avviso, la naturale chiusura di un ideale percorso da piazza dei Signori, piazzetta Andrea Palladio e piazza delle Erbe. Si chiude così un anello attorno alle logge della basilica e si stabilisce una nuova gerarchia spaziale per un luogo – quello attorno alla torre del Girone – che attualmente si perde nel cortile sul retro degli uffici comunali, anziché rappresentare, come è stato per molti anni, l’elemento conclusivo della piazza.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

Infatti, se il lato ovest della piazza è concluso da un fondale con una vivace successione di edifici che culminano nell’elemento angolare di palazzo Crico, l’estremità opposta della piazza è caratterizzata dalla torre del Girone e dell’arco dei Zavatteri, oltre le quali si staglia l’anonima costruzione sede degli uffici comunali. Questa parte della piazza non sembra avere una vocazione specifica e appare irrisolta: vi si depositano transenne e si parcheggiano all’ombra dell’arco i mezzi del comune.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

Considerando che proprio sotto quest’ultima campata della basilica si affaccia la hall d’ingresso – biglietteria delle mostre e degli eventi che si svolgono all’interno della basilica, la proposta progettuale intende porsi come elemento privilegiato di accesso ai suddetti spazi da piazza delle Erbe e nel contempo costituire un elemento di chiusura visiva della parte est della piazza, consentendo comunque il passaggio. L’elemento di connessione tra il loggiato inferiore e la piazza è stato immaginato come un ponte – passerella, con il sistema costruttivo del quale si fa riferimento alla tradizione dei ponti in legno che Andrea Palladio descrive nel terzo dei Quattro libri dell’architettura.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

Elementi e materiali del progetto Dovendo la struttura rispondere all’esigenza di amovibilità e facilità montaggio e smontaggio, il materiale prescelto è il legno: leggero, resistente, sostenibile e relativamente poco costoso. Il progetto prevede la realizzazione di una quinta di chiusura, permeabile alla vista, che riprende l’altezza e le aperture del basamento della basilica. Da questo elemento basamentale si accede tramite una scala in ferro al “ponte” di accesso alle logge, costituito da una coppia affiancata di travi reticolari in legno dell’altezza di circa 1,50 cm.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

Per facilità di trasporto le travi potranno essere realizzate in due o più sezioni da assemblare in opera tramite appositi giunti metallici. A livello della piazza, nella zona delimitata dal diaframma in montanti di legno, è collocato il palco esistente per gli spettacoli all’aperto. Nella zona d’angolo tra il palco e la quinta lignea potranno trovare collocazione elementi floreali o di arredo a verde. La struttura a trave reticolare assolve lo scopo di fornire supporto agli impianti di luci e tecnici in genere, funzionali alle rappresentazioni svolte sul palco e si offre inoltre come elemento di segnalazione visiva dell’accesso, dove può essere installata la cartellonistica pubblicitaria degli eventi.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

La quinta è costituita da un sistema modulare di montanti verticali in legno, adatto all’impiego per esterni, di dimensioni 5×20 cm e altezza variabile dai 220 ai 270 cm, inseriti su un profilo metallico a T, intervallati ogni 12 cm. Alla base dell’interstizio sarà posto un blocco in cemento per zavorrare la struttura. Le aperture sulla quinta in legno sono costituite da portali in lamiera metallica verniciata, giuntati tramite viti al corrente metallico a T di base. E’ prevista inoltre la realizzazione di una seduta in legno, sempre composta da elementi modulari similari, della lunghezza di otto metri circa.

giacomo oliviero — Un ponte verso il loggiato

NEW NATIONAL GALLERY AND LUDWIG MUSEUM - Ulargui arquitectos

Concorso di idee Piazza delle Erbe a Vicenza - Stefano Larotonda , Manuel Bellagamba, Benedetta Cariolario

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La proposta nasce dalla volontà di porsi in relazione con gli elementi del contesto di Piazza delle Erbe, il loggiato della Basilica, le gradinate esistenti di accesso a quest’ultimo, la cortina muraria del lato fronte Basilica e la Torre del Tormento. Si presenta come un grande basamento che abbraccia quest’ultima e funziona da cerniera tra le diverse quote della piazza. L’altezza riprende la medesima del basamento della torre esistente, 1.35m, circa la metà del dislivello tra il piano terra della Basilica e la Piazza, oltre sembrare un prolungamento dello stesso.

Stefano Larotonda , Manuel Bellagamba, Benedetta Cariolario — Concorso di idee Piazza delle Erbe a Vicenza

Tavola generale

L’intervento si raccorda alla Basilica nel limite del loggiato inferiore, sotto l’arco degli Zavatteri, creando un’ulteriore punto di passaggio più agevole e di accesso diretto a Contrà Catena ed alla Piazza, formando un nuovo insieme con le gradinate esistenti. Il basamento permette l’attraversamento su tutti i suoi fronti, lascia aperti i flussi tra le possibili attività albergate nel piano inferiore della Basilica ed il fronte opposto, oltre invitare alla sosta. Durante gli eventi ospitati all’interno della Basilica il nuovo intervento può diventare un possibile ingresso od uscita, visto il collegamento diretto con il foyer ed con la zona di arrivo e partenza dei visitatori attraverso taxi o mezzi pubblici. Possibili totem o manifesti potranno essere collocati nella parte superiore dell’intervento. Data l’ampiezza e la posizione, il nuovo basamento può fungere da palcoscenico in occasione di concerti, comizi e spettacoli, avendo come sfondo la Torre e la presenza del fronte intero della Basilica nella parte laterale.

Stefano Larotonda , Manuel Bellagamba, Benedetta Cariolario — Concorso di idee Piazza delle Erbe a Vicenza

Immagine atmosferica

I materiali scelti per il rivestimento del basamento sono delle doghe in legno di abete multistrato trattate con impregnanti e vernici impermeabilizzanti, avendo un aspetto materico espressivo per rapportarsi in maniera adeguata alle preesistenze, oltre rispondere a criteri di facilità di costruzione, visto l’uso temporaneo e di contenimento dei costi. I corrimano, di supporto all’attraversamento, impreziosiscono l’intervento, diventano delle linee guida oltre essere elementi luminosi nell’ombra della notte. L’intervento nell’insieme, dal punto di vista formale molto semplice, aiuta e funge da supporto alla spettacolarizzazione dei contenuti e delle possibilità d’uso.

Place in a box - Letizia Martinelli, Ferdinand Schmelzer

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Il progetto presentato si inserisce nello spazio aperto con uno stimolo, metaforico e fisico all’appropriazione, alla condivisione, al divertimento, alla trasformazione. Un oggetto-feticcio con cui giocare, che non si cristallizza in una forma definita ed imposta, ma che si modifica in base alle occasioni: un generatore di processi, di incontri, di esperienze, di memorie. Un modello resiliente, capace di superare e inglobare le perturbazioni, assecondando la diversità e fronteggiando l’imprevisto. Qualcosa da costruire insieme, da smontare insieme, da modificare insieme. Una scatola di 2,40 m di lato, di legno, facile da produrre e da trasportare. Arrivata in uno spazio aperto in disuso, in un vuoto urbano, la scatola diventa un segno che trasforma l’intorno, che lo rende riconoscibile. Un punto di inizio.

Letizia Martinelli, Ferdinand Schmelzer — Place in a box

Esempio di applicazione della scatola in uno spazio urbano

Al suo interno, sagome sottili di legno racchiudono altri oggetti, familiari e sorprendenti: sedie, panchine, tavoli, dondoli, giochi, dalle forme buffe e allegre di animali, da montare semplicemente a incastro e da distribuire nello spazio per colonizzarlo, per renderlo vivo. Schermature a forma d’albero o di fiore, variamente inclinate, migliorano il comfort termoigrometrico dello spazio, proteggendolo dal sole e dal vento, e creano punti focali di orientamento e di attrazione. Ogni cosa può essere spostata, aggregata, dispersa, può seguire gli umori di chi, momentaneamente, la possiede. Ogni cosa può essere trasformata. Tuttavia, il sistema compositivo coerente evita il rischio del caos, ma mantiene un elevato valore estetico e percettivo anche per configurazioni impreviste e funzioni informali.

Letizia Martinelli, Ferdinand Schmelzer — Place in a box

Costruzione della scatola

Non c’è bisogno di attrezzi speciali o competenze particolari: come in un puzzle a scala umana, tutto è facile da capire, tutto è robusto e resistente. Alcune sagome si possono montare da soli, altre stimolano il coinvolgimento. Nella costruzione, nell’uso, le persone possono incontrarsi, conoscersi, partecipare. Costruire un luogo lo rende proprio. La scatola stessa può assumere funzioni sempre diverse. Affidata in gestione a privati o associazioni, alloggia piccole attività, che arricchiscono lo spazio e ne garantiscono la sorveglianza attiva e informale: c’è sempre qualcuno che, per attirare clienti o utenti, vuole renderlo più bello, c’è sempre qualcuno che se cura. Un piccolo bar, un palco per spettacoli, una biblioteca itinerante, un’area per proiezioni all’aperto: di volta in volta, con poche modifiche, la scatola muta completamente significato, riorganizza il luogo per una nuova storia. Quando serve, gli oggetti rimessi nella scatola, chiusi, protetti. Pronti per essere utilizzati di nuovo, in nuove forme, da altre parti.

Letizia Martinelli, Ferdinand Schmelzer — Place in a box

Possibili configurazioni della scatola

Sostenibilità Piccolo, economico, con un bassissimo impatto ambientale e un enorme impatto sociale: il progetto è intrinsecamente sostenibile. In particolare, esso propone un complesso di strategie integrate per la sostenibilità sociale, ambientale ed economica.

L’occasione di stare in mezzo alla gente, di vederla e ascoltarla, è il primo motore per richiamare altre persone, arricchendo la vitalità urbana. In questo senso, l‘attrattività dello spazio è data dalla sua mutevolezza, dal suo stimolo alla partecipazione: esso non solo offre possibilità per l’incontro e la socializzazione sempre nuove, ma le sue attrezzature flessibili invitano gli utenti all’intervento attivo e consapevole, favorendo il senso di appartenenza e appropriazione. L’inserimento di funzioni private, poi, assieme alla possibilità eventuale di gestione cooperativa dell’area, aumenta il controllo dal basso, garantendo la durabilità e la vitalità dello spazio senza oneri aggiuntivi per la collettività.

La sostenibilità ambientale del progetto si esplica soprattutto nel suo limitato impatto lungo tutto il ciclo di vita. Viene utilizzato esclusivamente legno compensato multistrato con etichettatura ecologica, proveniente da risorsa rinnovabile e riciclabile. La buona resistenza e durabilità massimizza la vita utile, riducendo le necessità di sostituzione. Il materiale possiede inoltre ridotti livelli di rischio tossicologico per l’uomo e rischio ambientale per l’ecosistema ed è il risultato di processi produttivi da ridotto rilascio di diossido di carbonio in atmosfera; nello stesso modo, il sistema di montaggio ad incastro, oltre ad adattarsi all’autocostruzione, evita collanti o altri agenti chimici.

Basato sull’idea che pochi, semplici elementi possano contribuire a stimolare complessi sistemi sociali, il progetto prevede bassissimi costi di produzione, realizzazione e manutenzione.

Stade de la Tuilière - :mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten

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Un projet qui d’emblée exprime sa fonction par sa forme forte et qui à l’analyse convainc par sa remarquable synthèse du programme et des exigences postulées par le concours. Il répond aux exigences de fonctionnement d’un stade de football et remplit les critères de sécurité et de flexibilité pour les autres évènements. Le stade tel que dessiné, répond aux exigences de la SFL après des adaptations mineures, et peut prétendre à une homologation. Des aménagements mineurs permettront d’optimiser les accès et les flux, pour une sécurité optimum du stade.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

L’ensemble des fonctions du stade est organisé dans l’enceinte du bâtiment et de ce fait ne nécessite pas d’adjonctions extérieures telles que des clôtures en périphérie, etc. Le futur stade de football constituera la porte d’entrée des nouvelles infrastructures sportives de la Tuilière qui comprendra neuf terrains de football et un centre d’affaires. Ce projet assure une belle cohérence avec les neuf terrains installés plus haut. Ceux-ci sont desservis par un chemin d’accès légèrement conique dont l’entrée correspond logiquement à la place principale du stade.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

Malgré sa générosité, le périmètre destiné au nouveau stade est limité dans le sens de la longueur. Aussi le repli des quatre coins proposés n’est pas seulement utile en termes d’image, mais aussi de fonctionnalité et de fluidité des accès, conçus comme de grands portiques. Ils signalent clairement les quatre entrées du stade et permettent le dialogue entre l’intérieur et l’extérieur. Chacune des vues latérales fait penser à une grande arène englobant spectateurs et joueurs. Sa forme et ses proportions sont marquées par une très forte horizontalité, dynamisées par les remontées latérales qui s’élancent vers le haut et semblent porter à elles seules la fine toiture.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

Un projet qui d’emblée exprime sa fonction par sa forme forte et qui à l’analyse convainc par sa remarquable synthèse du programme et des exigences postulées par le concours. Il répond aux exigences de fonctionnement d’un stade de football et remplit les critères de sécurité et de flexibilité pour les autres évènements. Le stade tel que dessiné, répond aux exigences de la SFL après des adaptations mineures, et peut prétendre à une homologation. Des aménagements mineurs permettront d’optimiser les accès et les flux, pour une sécurité optimum du stade.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

L’ensemble des fonctions du stade est organisé dans l’enceinte du bâtiment et de ce fait ne nécessite pas d’adjonctions extérieures telles que des clôtures en périphérie, etc. Le futur stade de football constituera la porte d’entrée des nouvelles infrastructures sportives de la Tuilière qui comprendra neuf terrains de football et un centre d’affaires. Ce projet assure une belle cohérence avec les neuf terrains installés plus haut. Ceux-ci sont desservis par un chemin d’accès légèrement conique dont l’entrée correspond logiquement à la place principale du stade. Malgré sa générosité, le périmètre destiné au nouveau stade est limité dans le sens de la longueur. Aussi le repli des quatre coins proposés n’est pas seulement utile en termes d’image, mais aussi de fonctionnalité et de fluidité des accès, conçus comme de grands portiques. Ils signalent clairement les quatre entrées du stade et permettent le dialogue entre l’intérieur et l’extérieur.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

Chacune des vues latérales fait penser à une grande arène englobant spectateurs et joueurs. Sa forme et ses proportions sont marquées par une très forte horizontalité, dynamisées par les remontées latérales qui s’élancent vers le haut et semblent porter à elles seules la fine toiture.

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

:mlzd Architekten, Sollberger Bögli Architekten — Stade de la Tuilière

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