Quantcast
Channel: Divisare - Projects of competitions
Viewing all 892 articles
Browse latest View live

Riqualificazione edifici e aree pubbliche nel centro di Lanzada - Paolo Agostini, Salvatore Guzzo, Massimo Bellotti, Daniele Ceppi, Tommaso Cecchetti, Dabra Tettamanti

$
0
0

ANALISI DEGLI EFFETTI DELL’INTERVENTO SUL CONTESTO. L’abitato di Lanzada è costituito da nuclei storici, variamente distribuiti lungo la strada che, salendo da Sondrio arriva fino a Campo Moro. La contrada “Centro” può vantare tale definizione non perché abbia caratteri di particolare rilevanza architettonico-urbanistica rispetto alle altre, ma perché mantiene da sempre la presenza di attività commerciali e soprattutto degli edifici (quali appunto Municipio, Palazzo scolastico e Chiesa parrocchiale) che garantiscono la funzionalità dei servizi utili alla vita comunitaria. Dal punto di vista etnologico, invece, si rileva nella popolazione di Lanzada un forte senso di appartenenza al luogo, che va oltre il “campanilismo” per diventare “identità” basata sul riconoscimento dei caratteri comuni e collettivi che contraddistinguono una popolazione abitante in un dato luogo geografico. La forte volontà identitaria della comunità di Lanzada la si desume, ad esempio, dall’aver addirittura sviluppato, nel tempo, un linguaggio-codice, il Calmùn; un gergo non comprensibile agli estranei, una “parlata” codificata che rivela l’identità di chi la usa, la sua appartenenza geografica e culturale, la sua origine. Ma il mantenimento di un’identità deprivata dai segni di riconoscimento delle proprie appartenenze non è possibile: in questo contesto, gli interventi architettonici sono di primaria importanza per creare o ricreare spazi congrui, pensati a misura di chi li frequenta, capaci di garantire il vivere civile, in grado di assicurare autonomia e identità. Analizzando l’area di concorso, dunque, non solo da un punto di vista urbanistico/edilizio ma anche socio/economico/geografico, salta all’occhio che, se non fosse per la presenza delle scuole, degli uffici comunali e della chiesa, la via S. Giovanni avrebbe perso completamente il suo ruolo di asse principale (visto anche il progressivo spostamento di molte attività, quali ufficio postale, farmacia, banche, parco giochi, distributore di carburanti e nuove attività commerciali, sull’asse più trafficato delle vie Palù /Pizzo Scalino, che sono un punto di passaggio obbligato per chi va e viene da Sondrio, Chiesa e/o dalle frazioni). Senza contare il rischio futuro – ma non troppo – di un’ulteriore deprivazione identitaria locale a causa dell’informatizzazione dei servizi (che permetterà alle persone di accedervi senza muoversi da casa) e dell’eventuale fusione dei Comuni della Valmalenco per creare un solo ente amministrativo. «Nessun uomo è un’isola» e per sua natura l’uomo tende a cercare altri uomini, a riunirsi con loro, a condividere tempo, spazio e memorie. Il progetto che presentiamo vuole quindi restituire a Lanzada il suo “centro”: una piazza metaforica, un fulcro cittadino inteso come luogo di incontro, spazio di socialità, un luogo che stimoli «appartenenza alla vita», che invogli a passeggiare, a fare, ad affrontare la propria memoria, ad acquisire consapevolezza delle proprie origini. Questo luogo, oggi Lanzada non lo ha più, se escludiamo lo spazio aperto antistante la chiesa che sicuramente in passato svolgeva il ruolo fisico di riferimento per tutta una comunità, ma che attualmente, per com’è configurato, limita i momenti di convivialità e di aggregazione dei cittadini a pochi attimi successivi le funzioni religiose, ma non ha certo la valenza necessaria per essere identificato come “piazza del paese”. Se il Comune di Lanzada vorrà“investire” proficuamente sul mantenimento di una propria identità e di un proprio specifico ruolo, oltre che sull’educazione all’aggregazione dei propri cittadini, dovrà mantenere viva la via S. Giovanni, anche per tenere in vita quei servizi dati dalle pubbliche amministrazioni che oggi, a fronte della deficitaria crescita demografica, dai tagli dei fondi pubblici e dai conseguenti accorpamenti imposti dallo stato centrale, sono fortemente minacciati. Tutto, nel progetto, è stato pensato e concepito per dare a Lanzada un ruolo specifico in grado di differenziarla dagli altri comuni della Valle, grazie all’offerta di servizi e caratteristiche che altri non offrono. All’interno del progetto, per identificare alcuni edifici specifici, abbiamo utilizzato termini del “Calmùn” sempre nell’ottica del mantenimento dell’identità locale e per fare un omaggio alla fantasia e creatività con cui il genio popolare di Lanzada ha saputo costruire il proprio «parlare». Ed ecco il LAPA (da lingua, chiacchiera, favella) che è anche l’acronimo di LAnzada Performing Arts (Center), o anche di LAnzada Partecipa Attivamente o ancora di Laboratorio di Partecipazione Attiva. Lingua, anche, come primo segno di distinzione sociale di una comunità. Se il TECA (TErritorio Cultura ed Accoglienza) di Chiesa in Valmalenco è stato concepito per «fornire» servizi e spazi di comunicazione/esposizione rivolti principalmente al turista che viene in Valmalenco, il LAPA vuole essere un luogo di accoglienza rivolto prima di tutto alla comunità di Lanzada, un vero e proprio Centro Culturale dove i cittadini possano esprimere idee e proposte attraverso una serie di attività (ad esempio quella teatrale) che, una volta concretizzate, potranno essere proposte anche ai turisti e agli abitanti degli altri comuni della valle. Il LAPAè lo spazio rivolto a quei cittadini che vogliono ritrovarsi, scambiare idee e conoscenze, crescere culturalmente, discutere e confrontarsi, acquisire informazioni, esprimere la propria fantasia, trascorrere momenti di svago, lavorare in gruppo per preparare esposizioni, documentari, dibattiti, conferenze, spettacoli, progetti di solidarietà, utilizzare gli strumenti che la struttura offre per contribuire allo sviluppo culturale e civile del territorio. Il LAPA dovrebbe diventare il punto di riferimento culturale della valle e dare al comune di Lanzada il ruolo di depositario della memoria dell’intera valle. All’interno del LAPA le diverse funzioni sono ben compartimentate in modo da poter essere gestite e utilizzate autonomamente o in contemporanea, in base ai periodi e alle esigenze contingenti. La presenza della biblioteca all’interno del LAPAè di primaria importanza perché questo, già da sé, garantisce una frequentazione continua e lo identifica già come luogo di ritrovo e partecipazione. Il teatro ed i suoi laboratori, oltre a sviluppare capacità di comunicazione e occasioni di aggregazione, possono diventare strumenti importanti di intrattenimento rivolto anche al turista, in quel concetto ben espresso da Carlo Petrini quando afferma “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza”. Nel contesto sopra descritto la scuola svolgerà ovviamente un ruolo da protagonista del processo culturale ed aggregativo e la “fusione” con le funzioni contenute nel LAPA potrà costituire uno dei punti di forza del Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto Comprensivo di Chiesa in Valmalenco al punto tale da poter, anche in questo distinguersi dagli istituti presenti a Chiesa ed a Caspoggio. Ed ecco la BASLA (il supporto su cui viene rovesciata la polenta), che può diventare acronimo di Base Associazioni/Ambulatorio Lanzada. La BASLA sostiene, la BASLA contiene, la BASLA offre cibo e nuove energie. La BASLA, soprattutto, è condivisione. E alla base di ogni forma di associazionismo c’è, prima di tutto, l’amicizia, la condivisione di ideali e finalità. L’associazionismo, a Lanzada come altrove, è soprattutto senso di appartenenza e testimonianza di libertà; è impegno di quella parte della società che non ha voglia di rinunciare, che guarda le cose con animo positivo, sostenuta da principi fondanti forti e solidi.

Lanz_1_large

Il LaPA visto da Via S. Giovanni

IN SINTESI I CAPISALDI DELLA PROPOSTA PROGETTUALE.
  • Attestare l’ingresso/l’uscita dell’autorimessa interrata alla stessa quota della Via Palù (+/- 0.00), in prossimità della scalinata per dare ulteriore forza all’unica connessione diretta di quest’ultima all’asse storico di Via S. Giovanni.
  • Attestare l’ingresso coperto della scuola alla stessa quota della Via Palù (+/- m 0.00) in corrispondenza con la fermata dell’autobus per garantire un accesso rapido e protetto a tutti gli scolari in entrata ed in uscita dal plesso.
  • Attestare l’ingresso /atrio coperto del LAPA alla quota più alta della Via S. Giovanni (+12.00 m in prossimità dei parcheggi esistenti di fronte al bar/pasticceria Gianoli) per poter superare con il corpo scale/ l’ascensore interno che sale dal parcheggio il dislivello maggiore presente nell’area di concorso.
  • Spostare la biblioteca dai locali del piano terra del Municipio in una sede più idonea e progettata ex novo piuttosto che cercare di adattare l’esiguo spazio disponibile, avendo quest’ultima gli indici di impatto e di prestito tra i più alti del sistema bibliotecario è sembrata da subito una cosa quanto mai opportuna. L’occasione data dalla realizzazione della nuova scuola sarà anche l’opportunità di ampliare e valorizzare in maniera significativa lo spazio di fruizione ed i servizi offerti. In particolare, l’ampliamento proposto potrebbe strutturare al meglio l’atrio d’ingresso con l’accoglienza, la sezione delle novità, l’area riviste e giornali, le sezioni relative ad alcuni temi di interesse; un’area bambini e soprattutto sezione a scaffale aperto. La nuova biblioteca così concepita potrà assumere certamente un ruolo chiave nel controllo e nella gestione delle attività culturali offerte dal LAPA ma anche nell’ambito del nascente Ecomuseo della Valmalenco.
  • Spostare la Sala Consigliare l’ufficio del Sindaco e la sala per le riunioni della giunta al piano sottotetto, per ricavare gli spazi archivio/operativi in prossimità di quelli già esistenti Spostare ll Museo mineralogico, per poterlo ampliare (+10% della superficie attuale) senza operare onerosi interventi edilizi sull’edificio esistente e valorizzarlo in maniera significativa tramite il suo inserimento nella sede comunale. La nuova collocazione dello spazio espositivo, al piano terreno del municipio (in un rapporto più diretto con “l’area libera” del verde attrezzato) si rivelerà particolarmente strategica per favorire l’affluenza di visitatori in concomitanza delle manifestazioni organizzate nel LAPA.

IN CONCRETO LA PROPOSTA PROGETTUALE PREVEDE I SEGUENTI INTERVENTI.

Lanz_2_large

Il LaPA visto da Via Palù (Ipotesi 1)

LAPAEDIFICIO SCOLASTICO. L’intervento sia nell’ipotesi 1 che nella 2 prevede: Lo scavo e la realizzazione ex novo della centrale termica per il complesso, la realizzazione di un parcheggio interrato alla quota – 3.00 m, con accesso tramite rampa dalla via Palù. Realizzazione di nuovi volumi semi interrati e fuori terra (variamente dimensionati e con differenti destinazioni d’uso a seconda delle due opzioni richieste), costituenti l’edificio scolastico vero e proprio. La demolizione e la ricostruzione (sullo stesso sedime, con altezze invariate ma con minore impatto del volume e del prospetto attestanti sulla Via S. Giovanni, dell’edificio scolastico esistente, di una nuova costruzione (LAPA) ospitante la biblioteca, la sala teatro/cinema/auditorium e la “palestra” per la scuola con gli annessi spazi di distribuzione e servizi atti a garantire un uso compartimentato delle sale in questione. La realizzazione di un corpo ospitante le connessioni orizzontali e verticali di tutto il complesso sopra descritto aperto ad ovest (verso lo spazio verde attrezzato del cortile/piazza) ed ad est in prossimità della scalinata che connette la Via palù con la via S. Giovanni in prossimità dell’ingresso alla pasticceria Gianoli.

Lanz_2b_large

Il LaPA visto da Via Palù (Ipotesi 2)

IL MUNICIPIO E LA SEDE DEL MUSEO MINERALOGICO. La razionalizzazione degli spazi interni/esterni tramite minimi interventi edilizi come:
  • Il recupero del sottotetto con la demolizione della struttura esistente e la realizzazione di un nuovo volume prefabbricato in legno, dove possono trovare una nuova e più rappresentativa collocazione la sala consigliare, l’ufficio del Sindaco e la sala per le riunioni della giunta. Traslando lassù tali funzioni, si può liberare spazio al piano primo e ricavare nuovi spazi di lavoro/archivio in contiguità a quelli esistenti senza drastici e costosi interventi di modifica agli impianti, alle murature ed alle finiture.
  • Il ridisegno dello spazio esterno al Municipio armonizzando lo spazio esistente al resto delle aree verdi / percorsi pedonali mantenendo il passo carraio dalla via S. Giovanni e due dei tre posti auto esistenti che, in caso di manifestazioni all’aperto, possono essere usati come zone di carico/scarico o sosta di mezzi di soccorso;
  • Il cambiamento della destinazione d’uso dello spazio del piano seminterrato da biblioteca comunale/ archivio a museo mineralogico tramite minimi interventi di demolizione dei setti esistenti, l’utilizzo degli accessi che già ci sono e degli arredi che già ospitano la collezione dei minerali.
BASLAEDIFICIO DELLE ASSOCIAZIONI E AMBULATORIO MEDICO.Ristrutturazione con demolizione e ricostruzione delle sole partizioni interne allo stabile con ridistribuzione delle funzioni esistenti come di seguito elencato:
  • Realizzazione di un centro diurno per anziani sul modello della sede dell’Associazione Amici Anziani di Chiesa in Valmalenco dove il servizio di assistenza a carattere integrativo, di sostegno alla vita domestica e di relazione, favorendo il rapporto di comunicazione interpersonale e le attività ricreative/culturali; è gestito con una certa autonomia dall’associazione stessa che nei locali sovrastanti l’Asl di Via Roma ha uno spazio attrezzato con bar, tavolini per il gioco e spazi liberi per le varie attività motorie, conferenze ed incontri di vario tipo aperti anche ai non associati. I locali che possono essere adibiti a sede di associazioni varie con annessi spazi accessori saranno distribuiti sia al piano terra (sede staccata degli alpini/protezione civile per es.) sia al piano sottotetto (ufficio del gruppo sportivo, ufficio AVIS).
  • Ricollocazione dell’ambulatorio medico con relativi spazi accessori al piano terra con accesso da quello che attualmente è l’accesso del museo mineralogico.

SPAZI ESTERNI ADIBITI A VERDE PUBBLICO ATTREZZATO.* Si è prevista la riorganizzazione degli spazi adibiti a verde pubblico congiuntamente alla ridefinizione e l’adeguamento dei percorsi in modo da perseguire l’idea progettuale di ricongiungimento tra le vie Palù e S. Giovanni, ma soprattutto trasversalmente mantenendo la percorrenza orizzontale del percorso del sentiero esistente alla quota +4.60 che, in prossimità del fronte scuola si allarga diventando terrazza e allo stesso tempo pensilina per la sottostante fermata dell’autobus. Le aree verdi vedono l’alternanza di superfici trattate con essenze erbacee, pavimentazione in pietra di serpentino ed alberature con funzione anche di filtro solare per le vetrate delle aule. Verranno inserite panchine, arredi urbani nei punti di belvedere e nelle zone interne, per consentire aree di relax. La piazza verde centrale è stata concepita per essere utilizzata con un fine ludico e trasformarsi in un teatro all’aperto coperto nella versione da 240 alunni. L’illuminazione è prevista con lampade a led incassate nelle murature e a pavimento, al fine di evitare l’inquinamento luminoso degli spazi, pur garantendo la completa fruibilità dei camminamenti e delle aree dotate di panchine nelle ore notturne.

Lanz_3_large

Il LaPA visto dalla piazza (Ipotesi 1)

Il tutto è stato concepito adottando un atteggiamento progettuale consapevolmente improntato sull’idea che riqualificare non vuol dire necessariamente demolire tutto o cambiare in maniera cosmetica l’aspetto a tutto quello che già esiste ma, al contrario intervenire il minimo possibile sugli edifici esistenti alla ricerca di un equilibrio tra le richieste esplicitate nel bando di concorso, le esigenze del progetto architettonico, le abitudini consolidate nell’uso degli spazi (aperti o chiusi che siano) già esistenti, i vincoli dati dalle norme, le opportunità offerte dal contesto e, ultimo ma non ultimo, le risorse economiche disponibili

Lanz_4_large

Il LaPA (Ipotesi 1) con il Municipio visto dal BaSLa

Lanz_5_large

Il LaPA (Ipotesi 1) visto dal Municipio

Lanz_3b_large

Il LaPA (Ipotesi 2) visto dalla piazza.

Lanz_6_large

LaPA (Ipotesi 1) e Municipio visti da Via Palù.

Lanz_8_large

Accessibilità dell'area di concorso - percorsi pedonali e veicolari.

Lanz_8b_large

Confronto tra l'ingombro dell'edificio scolastico esistente e quello in progetto.

Lanz_20_large

Disegni di prospetti e sezioni

Piantehp0_w_large

Planimetrie (Ipotesi 1)

Piantehp1_w_large

Planimetrie (Ipotesi 2)

Lanz17_large

Schemi distributivi

Lanz18_large

schemi distributivi (Ipotesi 1)

Lanz19_large

Schemi distributivi (Ipotesi 2)

Lanz_13_large

Vista "cortile" coperto (Ipotesi 2)

Lanz_14_large

Vista atrio interno (Ipotesi 2)

Lanz_15_large

Vista "cortile" coperto (Ipotesi 2)

M_hp0_a_web_large

Vista modello (Ipotesi 1)

M_hp0_b_web_large

Vista modello (Ipotesi 1)

M_hp1_a_web_large

Vista modello versione 2

M_hp1_b_web_large

Vista modello (Ipotesi 2)

Lanz16_large

Sistema di oscuramento delle aule sul fronte di via Palù (Ipotesi 1)

Lanz12_large

Prospetti dei tre edifici su Via Palù

Lanz_ec_large

Sistema di oscuramento delle aule sul fronte di via Palù (Ipotesi 2)


Riqualificazione edifici e aree pubbliche nel centro di Lanzada - Alberto Bertolini e Alessandra Galli

$
0
0

Il progetto prende le mosse dall’osservazione e dall’analisi del territorio di Lanzada e della Valmalenco, a partire dalla sua orografia, dal paesaggio, e dalle tipologie abitative della tradizione costruttiva montana. Attualmente gli edifici pubblici esistenti nell’area, quali la Scuola Primaria, il Municipio, il Museo Mineralogico e le Sale per Associazioni, non affacciano su uno spazio pubblico vero e proprio. Il progetto si pone quindi l’obiettivo di definire un ampio spazio pubblico in posizione baricentrica rispetto al borgo, che diventi piazza e quindi luogo di incontro per tutti gli abitanti, sul quale affacciano i principali edifici Pubblici ognuno ridefinito nel proprio ruolo (La Scuola Primaria, Il Municipio, e il Centro civico annesso al Museo Mineralogico), ad una quota intermedia tra le vie San Giovanni e Palù, le principali arterie di Lanzada. Visti nel complesso gli edifici pubblici, così riorganizzati e rinnovati, si rendono riconoscibili e spiccano quasi come tre frammenti di una “rocca immaginaria” (che allude alle rocche e ai bellissimi castelli della Valtelllina) della quale incarnano le tipologie principali: la Scuola è il “Palazzo”, il Municipio è la “torre”, il Centro civico è il “bastione”. Per quanto riguarda il materiale di rivestimento per le facciate, soprattutto nei fronti con aperture più piccole e rade rivolti a monte, si prevedono lastre in serpentino grigio-verde della Valmalenco, pietra ricavata in loco. Per il resto è previsto il rivestimento a doghe o pannelli di legno. Il volume vitreo e appuntito della nuova sala di lettura della Biblioteca, le testate dei corpi di fabbrica della nuova Scuola e le finestrature continue delle aule presentano specchiature di colore verde trasparente, un richiamo al bellissimo cristallo “verde demantoide” della Valmalenco. Come se l’architettura fosse un’ interpretazione macroscopica della geologia della montagna, costituità cioè da grossi “blocchi minerali” impreziositi da cristalli e gemme verdi incastonate.

1_large_large

2_large_large

3_full_large

5_full_large

4_large

6_full_large

7_full_large

8_full_large

9_full_large

Riqualificazione dell'area centrale di Rubano - studio mas, Elena Gomiero

$
0
0

L’idea che sta alla base della proposta progettuale è relativa al momento storico che stiamo attraversando. Consci de fatto che è sempre più difficile risolvere tutto con un’unica soluzione e in un unico “tempo” presentiamo un piano che sarà possibile realizzare per fasi o stralci. Ogni singolo stralcio si legherà al precedente e al successivo attraverso elementi modulari e ripetibili che caratterizzano e aiutano a rendere riconoscibile un sistema.

Rubano_-_assonometria__large

assonometria dell'area riqualificata

Il sistema dello sviluppo di questa parte di Rubano secondo il modello a domino può costituire un modo per intervenire anche in altri parti del l’ambito comunale attraverso l’uso dei medesimi materiali e tecnologie. Questa scelta deriva anche dalla volontà di preservare, valorizzare e dialogare con il paesaggio agrario antistante la strada provinciale, il quale ora risulta nascosto e non partecipa alla vitalità del centro. Attraverso l’apertura dei giardini del le attrezzature pubbliche, la fruibilità dei nuovi percorsi e la ripresa dei collegamenti sterrati e spontanei si cercherà di riportare una sorta di mescolanza urbana che possa mediare tra l’ambito urbano e civico del centro e il carattere del paesaggio agrario ancora presente.

Rubano_-_stato_di_fatto_large

stato di fatto

Le abitazioni presenti vengono mantenute e integrate nella nuova edificazione. Si rimanda ad un secondo momento l’eventuale riqualifica da parte dei proprietari. Per quanto riguarda gli edifici pubblici (esclusa ex Casa del Fascio e Sede Comunale) è prevista una loro sostituzione o riqualifica nella medesima sede, sempre per consentire le varie fasi di realizzazione. Le caratteristiche dei nuovi edifici dovranno essere quelli rispondenti all’ accessibilità e flessibilità. Attenzione particolare andrà riposta allo spazio aperto di pertinenza: non dovrà presentare recinzioni per permettere il massimo grado di fruibilità nonché intendere percorsi, pertinenze, aree di sosta e parchi come un unico sistema.

Rubano_-_sistema_minerale_large

sistema minerale

l tipi scelti per la costruzione di nuove residenze sono su lotto e in linea. l primi mediano l’esistente e ricompongono un disegno urbano. l secondi invece cercano di conformare lo spazio per creare una serie di spazi aperti che va dai giardini di pertinenza del le abitazioni (esclusivi) a quelli accessibili, fino ai parchi attrezzati, tutto collegato da percorsi e assi.

Rubano_-_sistema_vegetale_large

sistema vegetale

Il tipo in linea è stato scelto per consentire una maggiore compattezza. Particolare attenzione è rivolta al “verde attrezzato” che si configura attraverso un sistema di spazi aperti che possano variare in base all ‘età dei fruitori. l parchi devono presentare una massima accessibilità e visibilità in modo da invogliare e spingere ad usufruire delle attrezzature offerte. Il parco vincolato attiguo alla sede comunale viene integrato con il nuovo spazio tramite percorsi informali semipermeabili.

Rubano_-_fase_1_didascalie_large

prima fase progettuale

Rubano_-_fase_2a_didascalie_large

seconda fase progettuale

Rubano_-_fase_2b_didascalie_large

seconda fase progettuale

Rubano_-_fase_3_didascalie_large

terza fase progettuale

Rubano_-_fase_4_didascalie_large

quarta fase progettuale

Rubano_-_sistema_collegamenti_e_percorsi_large

sistema dei collegamenti e dei percorsi

Rubano_-_plan__ritagliato__large

planimetria finale

Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia - Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega

$
0
0

Le scelte di impianto generale cercano di non subire acriticamente le prescrizioni del PRG tentando di “inventare” spazio. A Sud la fascia di rispetto lungo via Cellini viene interpretata come luogo di attestamento degli accessi alle Attrezzature Scolastiche e della Palestra, quest’ultima collocata in modo da risultare potenzialmente rivolta anche ad utenze esterne. In quest’ambito si vuole sviluppare uno spazio racchiuso mediante un piccolo terrapieno erboso, staccato da via Cellini. Ciò consente l’accesso carraio, all’ambito di parcheggio, in modo puntuale dall’angolo Sud-ovest dell’area. Si forma in questo modo uno spazio dalle proporzioni equilibratei che assume carattere attraverso la sequenza di piccoli accadimenti (ingresso alla scuola elementare, ingresso alla Palestra ecc.) che animano il fronte Sud dell’edificazione a pettine scelta per sviluppare il manufatto edilizio. Un corpo lineare si propone come limite dell’edificazione e unisce i 4 corpi di fabbrica, con andamento Nord/Sud, conformando, di volta in volta, rispetto agli stessi, differenti relazioni. Trovano posto, in sequenza da Ovest ad Est: la centrale termica, gli uffici amministrativi, il grande atrio di ingresso alla scuola elementare, il corpo di servizio alla Palestra. La modellazione del terreno, sempre nella forma del terrapieno è stata utilizzata, in modo più forte ed evidente per l’ambito inedificabile a ridosso di via Marconi: uno spazio di relazione con il grande Mall alberato che a sua volta reinterpreta il senso ed il ruolo della permanenza del collegamento fra villa Giustiniani – De Chantal ed il canale Piovego che dovrebbe a sua volta ambire a diventare uno spazio pubblico ciclo pedonale di rilevanti dimensioni in grado di ri-strutturare relazioni oggi indebolite. Il grande terrapieno boscato diventa occasione per realizzare una temporanea dissimulazione delle strutture dell’elettrodotto in attesa del loro auspicabile interramento. Inoltre il bordo esterno dello stesso terrapieno lascia posto a fossati e vasche d’acqua che svolgono la funzione di contenitori per l’accumulo delle acque meteoriche di cui è previsto il riutilizzo allo scopo di irrigare le superfici prative. Pertanto i limiti dell’area cercano una declinazione attenta relazioni contestuali esprimendo, a seconda delle necessità. relazioni di continuità o discontinuità rispetto al contesto prossimo.

Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia

Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia

Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia

Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia

Carlo Magnani, Mauro Frate, Architer, M. Frate C. Magnani D. Paccone P. Vincenti, Augusto Andriolo, Nicola Rossi, Matteo Pastega — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia

Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana - Op Architetti Associati, Giorgio Girardi

$
0
0

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

Il manufatto

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

Il progetto del nuovo polo scolastico si pone come obbiettivo la valorizzazione massima della condizione specifica dell’inserimento.

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

Tale obbiettivo è perseguito in due modi:

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

§ Valorizzando l’asse storico di connessione tra la villa Chantal – Giustiniani e il canale del Piovego che, trasformato in viale ciclo pedonale e bordato da due file di pioppi cipressini, assume il ruolo di elemento di connessione tra diverse attrezzature tra cui il parco urbano previsto dalla variante al PRG ed il nuovo polo scolastico dell’infanzia oggetto di concorso.

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

§ Assumendo i tracciati agricoli che strutturano il territorio di Noventa come matrice compositiva dell’intero intervento.

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

Coerentemente con questi assunti e con le indicazioni fornite dall’amministrazione in merito alle problematiche ambientali e al sistema di accessibilità carrabile, il lotto a disposizione è stato suddiviso in fasce specializzate orientate sulla direttrice dei tracciati agricoli:

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

§ Una prima fascia, non essendo idonea all’edificazione a causa del campo elettromagnetico generato dal passaggio dell’alta tensione, è occupata da un parcheggio;

Op Architetti Associati, Giorgio Girardi — Nuovo Polo Scolastico Dell'infanzia Di Noventa Padovana

§ Una seconda fascia è occupata dall’edificio della scuola elementare;

§ Una terza fascia identifica l’area gioco all’aperto;

§ Una quarta fascia, nella zona più protetta, è destinata all’edificazione di una scuola materna.

La logica distributiva che sottende l’organizzazione dell’area interessa anche la scomposizione formale dell’edificio scolastico, anch’esso articolato in bande parallele e funzionalmente caratterizzate.

Una prima banda contiene le attività d’interesse collettivo (l’ingresso, la zona amministrativa, la biblioteca, i laboratori, la mensa e la palestra), attività che necessitano di un rapporto diretto con l’esterno e che potenzialmente possono essere utilizzate anche in orari extrascolastici; queste sono inserite in un volume compatto, alto sette metri, che si confronta con l’asse di villa Giustiniani e rappresenta l’affaccio pubblico dell’edifico scolastico.

In una seconda banda, separata dalla prima da un largo corridoio, trovano collocazione le attività per la didattica di sostegno, i servizi per gli insegnati, quelli per gli alunni e i depositi.

Una terza banda, staccata dalla seconda da un sistema di corti alberate, contiene le 20 aule per la didattica. Esse sono organizzate in gruppi di quattro, e si affacciano a due a due sull’area gioco esterna e sulle corti interne.

Tutto il manufatto è leggermente incassato nel terreno ed è avvolto da un recinto ligneo che regola il rapporto delle diverse parti della scuola con gli spazi esterni circostanti.

Dal recinto emergono, con diverse altezze, diverse tipologie di coperture a connotare diverse unità funzionali. Tetti verdi ricoprono infatti le aule della didattica mentre il corpo che raccogli le attività di interesse collettivo (laboratori, mensa, palestra ecc.) è caratterizzato da una copertura a shed alternati a solai piani a sostegno degli impianti.

Gli spazi esterni

Il progetto del verde e l’organizzazione degli spazi aperti intendono sottolineare i valori compositivi, spaziali e strutturali riconosciuti nel territorio agricolo. Oltre all’assunzione di geometrie e orientamenti nel modello insediativo, si è proceduto all’individuazione di elementi vegetali tipici del paesaggio agrario, come il filare o il frutteto, reinterpretandone il ruolo all’interno di un quadro progettuale rinnovato.

Il filare di aceri campestri (Acer campestre) posto a ridosso del confine occidentale, riprende una tra le specie più diffuse in ambiente rurale; lo ritroviamo in forma più strutturata anche nel doppio filare che penetra l’ampio cortile per il gioco dei bambini.

L’evocazione del frutteto, ottenuta grazie all’uso del ciliegio da fiore (Prunus avium), organizza in forma semplice il parcheggio, spogliandolo di quegli accenti stradali o urbani che normalmente comporta la sosta delle auto, con tutti i suoi accessori di materiali e segnaletica.

Un terzo elemento vegetale è costituito da alcuni esemplari isolati di quercia (Quercus ilex), che caratterizzano le corti interne delle aule. Si tratta di querce sempreverdi, destinate a diventare nel tempo grandi alberi monumentali, che intendono caratterizzare il nuovo paesaggio dell’istituzione; soprattutto durante l’inverno, quando la vegetazione circostante sarà spoglia e rarefatta. L’ingresso principale al complesso scolastico si organizza sul grande viale esistente di pioppi cipressini (Populus cupressus), che ritrova un forte ruolo strutturante di carattere urbano.

Le superfici sono prevalentemente permeabili. Alcuni leggeri piani inclinati definiscono un abbassamento della quota d’imposta generale, individuando le zone destinate alle attività all’aperto e contribuendo a ridurre l’impatto delle volumetrie sul paesaggio circostante. Le corti interne sono in ghiaino stabilizzato mentre è un prato l’ampio cortile destinato alle attività sportive e ricreative comuni. Una sequenza di siepi di filadelfo (Philadephus coronarius) e biancospino (Crateagus oxyacantha) organizzano piccoli ambiti attrezzabili come orti didattici.

L’obiettivo strategico è quello di favorire l’estensione delle attività didattiche all’aperto, considerato l’alto valore formativo, con implicazioni di carattere didattico e pedagogico, che comportano da un lato le attività motorie, ludiche e sportive; dall’altro, le occasioni dove i ragazzi possano sperimentare attivamente temi scientifici quali la biodiversità, l’educazione ambientale ed alimentare, le tecniche colturali e un rapporto vivo con il ciclo della natura.

Una trattazione specifica la merita il tema del tetto giardino. La semina di un prato rigoglioso di graminacee, è arricchita da arbusti rustici, a basso grado di manutenzione e a portamento vario: talvolta arbustivo (Viburnum tinus), altre volte prostrati – come il rosmarino nano (Rosmarinus officinalis “Prostratus”) – o ricadenti, come il Polygonum aubertii o il gelsomino (Jasminum nudiflorum) dalla scenografica fioritura primaverile. Esso fornisce tra l’altro un contributo significativo alla sostenibilità energetica dell’edificio, grazie alla notevole inerzia termica che questo pacchetto di copertura fornisce. Tanto più preziosa nel caso specifico di edifici a un solo piano e di uso collettivo.

Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana - Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti

$
0
0

L’ edificio si presenta come una sorta di recinto murato, dove tutta l’attività didattica è organizzata intorno a corti a cielo aperto. La scelta è basata sulla profonda convinzione che le aule per la formazione dei bambini debbano necessariamente avere un rapporto diretto e visivo con la natura. Difatti le attività didattiche sono in relazione diretta con le corti che divengono giardini. E come in un autentico giardino, il nuovo ciclo didattico è separato dalla realtà circostante, in particolare dalla presenza degli edifici di recente costruzione, in modo da stabilire un contatto diretto soltanto con il cielo e con la natura. Grande attenzione è stata rivolta ai collegamenti ed ai percorsi per la fruizione dei nuclei funzionali. Infatti le aule, la palestra, la mensa e le varie attività amministrative ed extra–didattiche sono collegate attraverso un atrio a doppia altezza da cui si fruisce l’intero spazio dell’edificio. I parcheggi, in parte alberati, posti nella parte est del lotto costituiscono l’elemento di mediazione tra l’edificio e la strada e costituiscono insieme con il muro del recinto maggiore, un cono ottico per l’accesso alla scuola. L’ ingresso all’edificio avviene materialmente attraverso un corpo di fabbrica più basso che con la sua lunga pensilina denuncia il passaggio tra l’esterno e l’interno. Una rampa in pietra dalla pendenza lievissima risolve il dislivello tra l’edificio ed il suolo. Al piano terra il sistema di spazi (hall, info, spazi per il personale non docente, mensa e palestra) si salda naturalmente con l’area delle aule organizzate intorno alle corti. La mensa e la palestra sono collocate a nord avendo un accesso diretto dall’interno e dall’esterno dell’edificio. Difatti la palestra è stata concepita come una sala aperta alla città per permettere di svolgere funzioni pubbliche anche quando la scuola è chiusa. L’ atrio d’ingresso è caratterizzato dalla presenza di una rampa che collega i flussi al piano superiore dove sono concentrati gli spazi per l’amministrazione, la biblioteca ed i laboratori. La parte superiore della hall è caratterizzata da un vetro fisso sigillato orientato a sud che diffonde la luce naturale all’interno dello spazio principale di percorrenza. Inoltre tale spazio è stato immaginato come uno spazio fluido aperto anche verso nord, ovvero verso il patio di collegamento con la mensa.Le aule sono orientate a sud ed a sud-ovest ed organizzate intorno alle corti a cielo aperto. Per questo si è pensato di collocare la scuola materna (che si realizzerà successivamente) nella parte a sud-est dell’edificio, chiudendo così il sistema delle corti e completando il polo scolastico. L’ intento quindi è stato quello di pensare la scuola materna come parte integrante del polo scolastico e la sua posizione oltre a completare compositivamente l’edificio è stata pensata in modo da avere una stretta relazione con l’accesso, che diverrà punto di smistamento di tutto il complesso. La traccia della scuola materna è rappresentata dalla rampa in pietra di collegamento tra il suolo e l’ingresso dell’edificio.

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

modello di studio

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

tavola 1

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

tavola 2

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

tavola 3

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

tavola 4

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

vista di un patio interno

Antonio Tartaglia, Vincenzo De Vivo Architetto, vecciarchitetti — Nuovo Polo Scolastico Di Noventa Padovana

vista verso la mensa

Oradea Riverbank - Vlad Sebastian Rusu

$
0
0

By planning to revive the right bank of the river Crisul Repede the local administration of Oradea ensures not only the gain of a new public space for the city and its people, but of one which follows the guidelines of the contemporary urban demands. The presence of the river and the vicinity of the architectural and urban heritage of the city center represent an added potential for the new public space. Therefore, the aim of the project is to enhance the existing architectural and urban heritage proposing a rather discrete and neutral intervention. The project’s primary goal is to open the promenade along the riverside and to enable pedestrians to discover new visual perspectives of the city. The jury of the competition valued the solution for the maturity of the architectural language and architectural and urban design details, their consistence and continuity

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

Vlad Sebastian Rusu — Oradea Riverbank

EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies - Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq

$
0
0

Das neue Center for Ecoefficient Materials & Technologies zeigt sich als zurückhaltender klar gegliederter städtischer Block in der neuen „Airportstadt Bremen“ und gleichzeitig als offene lineare Gebäudestruktur zur Erforschung neuer Materialien“. Prismatisch geformte Lamellen aus dem neuen Verbundwerkstoff „Alucobond“ verleihen dem Gebäude einen technisch-immateriellen und schwebenden Eindruck. Der Neubau des EcoMaT reagiert differenziert auf die vielfältigen räumlichen Anforderungen an das Wettbewerbsgrundstück in der „Airportstadt Mitte“ an der Grenze zum Werksgelände von Airbus. Nach Süden schafft ein großzügiger Eingangsplatz eine unmittelbare Verbindung zur Hauptverwaltung am Ende der Airbusallee. Die lineare Struktur der Gebäude bietet ideale Anknüpfungspunkte für eine möglichen Erweiterung oder auch Ergänzung mit anderen Funktionen im nordwestlich der Autobahn gelegenen Teil des städtischen Blocks. Von der hochgestellten Autobahnbrücke aus gesehen zeigt sich die dynamische Abfolge von drei linearen Gebäuderiegeln. Das Gebäude ist vertikal in einen 2-geschossigen Sockel aus Laboren und zwei darüber liegende Bürogeschosse gegliedert. Der kompakte Gebäudesockel aus Laboren wird von zwei markanten grünen Innenhöfen gegliedert. Somit kann Licht und Luft in den dicht gefügten Sockel eindringen.

Usable area: 14.622 qm
gross area: 22.779 qm
costs: ca. 30 Mio. EUR (KG 300+400)

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies

Huber Staudt Architekten, Brullet-de Luna Arquitectes, Pinearq — EcoMaT - Center for Ecoefficient Materials & Technologies


Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus - Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta

$
0
0

La passerella pedonale andrà a inserirsi nell’ambito della circolazione interna al Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento creando una connessione decisiva fra le due zone del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus. Essa costituisce l’elemento di connessione lungamente atteso per ripristinare la continuità morfologica della collina dei Templi. La forma della passerella si ispira alle caratteristiche stratificazioni delle bancate calcarenitiche e alle formazioni di poliedri rocciosi simili a fessurazioni porose che si riscontra sulle due pareti verticali date dal taglio artificiale di Porta Aurea. L’elemento più significativo del progetto è un dispositivo modulare lapideo che si fonde con la natura e il paesaggio circostante. Il progetto non intende prevalere sull’esistente, ma bensì mira a farne parte.

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Il bando richiedeva di avere un impatto visivo leggero. Di solito quando si pensa alla leggerezza si reputa che gli oggetti debbano essere trasparenti o fluttuare nell’aria quasi senza alcun supporto. Il nostro progetto aspira ad un tipo di trasparenza non eterea, ma ad una trasparenza terrea, data dall’interazione con il sito e con i colori del paesaggio agrigentino. Quest’altra forma di trasparenza che proponiamo dimostra come la pesantezza della pietra possa essere rovesciata nel suo contrario ed apparire come un fenomeno unico nella sua “leggerezza”.

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Oltre che dal luogo, il progetto prende ispirazione dai motivi decorativi greci rinvenuti sui vasi e crateri ad Agrigento. In particolare, abbiamo utilizzato il vaso dei “Due Lottatori”, piccola anfora a figure nere, del 525 a.C. attribuita al vasaio Nikosthenes, ritrovata dal E.N. Gardiner durante una campagna di scavi del 1910 ed oggi conservata al British Museum di Londra. Il vaso presenta due atleti in una fase di lotta. Il termine “palestra” proviene dal greco “pale”, ovvero lotta intesa come l’arte di competere esclusivamente mediante i muscoli del corpo senza imparare a colpire. Sul vaso i lottatori si prendono per le braccia, mostrando l’intensità di forze in equilibrio. Uno stato di forze in tensione attiva che abbiamo voluto replicare nel sistema strutturale in pietra e metallo utilizzato per collegare gli elementi modulari del pattern della facciata-filtro del progetto. Nel volume “Il Destino delle Nazioni”, la scrittrice americana Alice Bailey, traccia il profilo psicologico delle nazioni del mondo, e curiosamente scrive dell’Italia come di un luogo capace di produrre armonia tramite lotta e contrasto: da qui il campanilismo, la sfida fra città, fra persone, un continuo entrare in conflitto per fare meglio del vicino. All’interno del Parco Archeologico ci troviamo davanti ad un simile tipo di contrasto: la storia del passato rappresentata dai templi e la storia del futuro- con la necessità di aggiornare le strutture per la fruizione del sito archeologico tramite opere di architettura moderna. Siamo convinti che l’esistenza di questa continua lotta fra passato e futuro –di fatto– offre la possibilità per produrre una nuova armonia risultante dalla sintesi fra natura, cultura e architettura. Il nostro progetto mira a risolvere questo contrasto. Un secondo contrasto da noi affrontato, riguarda la produzione di leggerezza attraverso l’uso di un elemento lapideo. Col nostro progetto proponiamo una leggerezza ottenuta grazie alla fusione col paesaggio, una leggerezza terrea ed aerea allo stesso tempo, capace di trascendere la linea dell’orizzonte, capace di andare oltre ai contrasti per produrre armonia.

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

La struttura della facciate-filtro è costituita da un sistema in acciaio e pietra calcarenitica che ha funzione non soltanto statico-strutturale ma anche di parapetto ed è connessa all’impalcato tramite i montanti verticali. Il sistema misto in pietra e acciaio, sfrutta le specifiche proprietà meccaniche dei materiali, presenta una notevole resistenza a compressione, e diventa principale elemento strutturale del ponte. Le due pareti parallele che coprono la luce di 19.5 m, sono assimilabili per comportamento statico a due travi reticolari. La maglia strutturale è stata dimensionata tramite calcoli dati dall’analisi strutturale, permettendo la creazione di pieni e vuoti dai quali godere di sguardi inaspettati sul paesaggio circostante. Il progetto propone un’architettura funzionale, un’immagine memorabile organicamente connessa al contesto che esalta attraverso una originale leggerezza terrea le qualità del paesaggio storico-culturale di Agrigento.

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Kengo Kuma Lab, Kengo Kuma & Associates, salvator-john liotta — Passerella pedonale per collegare le aree del Tempio di Eracle e del Tempio di Zeus

Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo - Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima

$
0
0

IL CONTESTO San Salvo è una città che porta nel suo costruito le tracce di un vissuto antico e moderno. Questo rapporto, di simbiosi o di contrasto, è direttamente leggibile nelle architetture del centro storico denominato il Quadrilatero. La simbiosi è evidente nella disposizione delle architetture che, ottocentesche o moderne, ricalcano la trama urbana con una disposizione nord-sud / est-ovest tipica del periodo romano. Il contrasto è nella convivenza fra edifici antichi e moderni. Simbiosi o contrasto sono anche alla base dei vari atteggiamenti susseguitisi nel tempo, nel recupero e nel restauro degli edifici presenti sulla piazza. Da una ricostruzione “in stile” basata sulla teoria del “com’era”, visibile nella ricostruzione della facciata della chiesa di S. Giuseppe negli anni ’60, alla sostituzione di parti del tessuto urbano e alla loro reinterpretazione in chiave moderna come nella nuova Porta della Terra e nel Museo Civico Porta della Terra. IL RUDERE E LA CITTA’ Meno diretta è la comprensione del rapporto quando riguarda edifici “finiti” e “non finiti”. I ruderi, venuti alla luce negli scavi degli anni ’90, oggi sono leggibili solo come “non finito”, il relitto di un costruito che finito lo è stato e di cui oggi rimangono solo delle tracce. Questo rapporto diventa ancora più complesso quando il resto archeologico, come nel nostro caso, si trova a dover dialogare con la città che gli è cresciuta sopra e intorno. Fra archeologia e città si crea un rapporto spesso conflittuale che deve divenire sinergico. Il momento conoscitivo dello scavo si deve trasformare in un momento di valorizzazione della città. LA PERSISTENZA DELLA TRAMA URBANA Il centro storico di San Salvo conserva un segno forte della sua epoca romana nell’allineamento cardo-decumano di assi perpendicolari ben leggibile nel Quadrilatero. Segno persistente anche nella pavimentazione recente della piazza S.Vitale che non casualmente racchiude nella sua conformazione quadrangolare il Parco Archeologico. L’architettura della domus romana, ciò che ne rimane, i sistemi di pozzi, cisterne e acquedotto risalgono a recuperare il loro segno generatore e lo sottolineano nella città moderna. IL QUADRILATERO Centro di vita della città, racchiude in sé i centri funzionali e i fulcri della identità cittadina: la chiesa di San Giuseppe, il Municipio, la piazza principale, il Parco Archeologico, il Museo della Porta della Terra. Questa vicinanza non si traduce in un’integrazione. I resti romani sono come un taglio nel ventre della storia della città, un grande scavo urbano che, portato alla luce, ha bisogno di essere inquadrato in un progetto urbano. Un progetto che faccia di tutte queste centralità un polo di attrazione, di vita, di scambio, di integrazione e conoscenza. La salvaguardia del bene archeologico deve divenire parte di un progetto più complessivo, di attenzione alla qualità del vivere, rispetto alla quale l’archeologia deve saper conciliare la salvaguardia con gli interessi più generali della collettività. L’intervento di miglioramento e valorizzazione del Parco Archeologico del Quadrilatero deve diventare momento di valorizzazione dell’intera città.

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE E FRUIZIONE L’idea di progetto parte dal riconoscere la necessità di intrecciare un dialogo tra passato e futuro. I linguaggi diversi di tempo e spazio si sintonizzano su un sistema di segni che rende possibile il loro riconoscimento e il loro rispetto reciproco. Il linguaggio dell’antico non viene ingabbiato in un recinto, resecato dalla vita urbana, guardato ma non visto e compreso, ma riportato all’uso quotidiano. LA VALORIZZAZIONE CULTURALE E L’ATTRATTIVITA’ TURISTICA La maggiore consapevolezza da parte della cittadinanza della propria storia, che passa anche attraverso la percezione dei resti archeologici come immagine del proprio quotidiano, permette di trasmettere un atteggiamento positivo e non di fastidio e non accettazione che è fondamentale alla divulgazione a fini turistici. Percepire il proprio passato come risorsa genera un atteggiamento di orgoglio, positivo e costruttivo, che porta a volerlo trasmettere all’esterno. Questa trasmissione avviene anche attraverso il coinvolgimento diretto nella creazione di associazioni “no profit” di promozione o alla creazione di attività“profit”, esercizi di ristorazione e accoglienza (es. Bed&Breakfast). La valorizzazione culturale-turistica, se ben integrata, porta anche ad una ricaduta economica.

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

I SEGNI GENERATORI I resti archeologici presenti nel Parco archeologico del Quadrilatero vengono collegati da segni che si sovrappongono al disegno della piazza esistente creando due piani d’uso, quello legato all’uso pubblico-religioso e quello culturale-turistico legato alla fruizione dei reperti e del Museo Civico. Il ‘calpestare le tracce’ del passato diventa uno strumento in grado di garantirne la conservazione. Questi segni fatti da lastre di acciaio cor-ten generano dei percorsi. Dal percorso principale, trasversale alla piazza S. Vitale, si dipartono altri percorsi lineari che collegano il padiglione alle altre presenze archeologiche. Di questi due portano alle altre centralità archeologiche, l’Isola del Chiostro e il Museo Civico. Queste centralità sono sottolineate da elementi informativi: un leggio, dimensionato per essere letto anche da bambini e dai diversamente abili, e un totem posto all’ingresso del Museo Civico, punto soprelevato da cui si ha una vista generale sulla piazza, che illustri le sue trasformazioni e stratificazioni urbanistiche. Altro pannello informativo, prettamente archeologico, si trova sulla parete in cor-ten del padiglione all’inizio del percorso archeologico. Quindi padiglione, leggio e totem costituiscono i tre elementi del sistema informativo che si sovrappone e integra quello distributivo dei percorsi. Il sistema informativo è poi a sua volta integrato da tecnologie data matrix e wi-fi che permettono approfondimenti in tempo reale attraverso connessione internet tramite notebook, tablet e smartphone. Due di questi percorsi lineari terminano con spazi di sosta con sedute e ombreggiature vegetali. Questi spazi permettono alla piazza di diventare luogo si sosta e non solo passeggio, accrescendo il suo potenziale di luogo d’incontro e scambio, quindi di integrazione sociale sia generazionale che interculturale. I percorsi si percepiscono anche come segno luminoso, contenendo le lastre in cor-ten anche le luci lineari a led, che aiuta la valorizzazione della piazza anche di notte.

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

IL PADIGLIONE“La vista delle rovine ci fa fugacemente intuire l’esistenza di un tempo che non è quello di cui parlano i manuali di storia o che i restauri cercano di richiamare in vita. E’ un tempo puro, non databile, assente da questo nostro mondo di immagini, di simulacri, di ricostruzioni, da questo mondo violento le cui macerie non hanno più il tempo di diventare rovine. Un tempo perduto che l’arte talvolta riesce a ritrovare”. Marc Augé; Rovine e Macerie – Il senso del tempo. La domus romana e il suo mosaico vengono protetti da uno scrigno di cristallo trasparente. Questo involucro nella sua permeabilità visiva non estranea la presenza archeologica dalla piazza ma ne sottolinea la preziosità del contenuto e ne protegge il valore. Il mosaico diventa visibile da tutti i lati in modo da diventare non un reperto avulso dalla vita cittadina ma un elemento di essa. Passeggiando nella piazza lo si vede o intravede passando e fermandosi. Il padiglione si riconosce come elemento moderno che non vuole ricostruire il passato ma valorizzarlo e renderlo evidente. Il rapporto tra antico e moderno non è celato ma sottolineato e sfruttato nella capacità del segno moderno minimale di far emergere il contrasto con l’elaborazione delle strutture antiche. STRUTTURA E MATERIALI Il padiglione è costruito in vetro strutturale e acciaio cor-ten, materiali moderni che dialogano bene con l’antico. Uno scrigno fatto di due elementi: il vetro che protegge senza celare e il cor-ten che con la sua patina “modernamente antica” non sovrasta visivamente i resti archeologici. Il padiglione nel suo essere permeabile allo sguardo permette una fruizione continua, sia che esso sia aperto alla visita o chiuso. Dall’esterno strutture e mosaici sono sempre visibili. Il vetro strutturale si appoggia sulla pianta dei muri romani proiettandone in alzato il disegno. La struttura è in travi e pilastri in acciaio che formano la “elle” rovesciata del muro_copertura del padiglione. Il muro delimita un percorso coperto privilegiato da cui accedere al padiglione, osservare i mosaici e raggiungere la piazza. La lamiera è forata in modo da percepire sempre, anche dalla parte chiusa verso la strada carrabile, lo spazio circostante. La copertura opaca è un pacchetto che contiene in sé isolamento e ventilazione. Le griglie poste su tutto il perimetro permettono una ventilazione naturale e quindi una migliore conservazione dei resti murari e musivi, evitando la formazione di umidità e muffe. I parapetti delle isole archeologiche, del chiostro e del mosaico romano, dell’edificio dei vigili urbani e del lucernario delle sale interrate del Museo Civico, vengono sostituiti alleggerendone il disegno con piattine in cor-ten e cavetti in acciaio inox, in modo che i resti archeologici non sembrino racchiusi in un recinto ma si integrino in continuità visiva con gli altri spazi della piazza.

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Lucia Secondo, Alessandro Vitale, Stefania Giardinelli , MATERIAprima — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo - gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor

$
0
0

Il progetto dell’isola archeologica intende partire dalla valorizzazione dei mosaici romani di Piazza San Vitale e vuole dare uno “scenario” possibile di riqualificazione generale della Piazza attraverso una serie di interventi puntuali che si inseriscono in un disegno unitario della Piazza. Si pensa che la valorizzazione dei mosaici romani sia un punto di partenza per ripensare alla Piazza come luogo che accolga il Parco Archeologico e lo esalti come elemento riconoscibile e facente parte di un disegno compiuto e razionale della Piazza stessa. Solo con il rapporto tra queste due entitàè possibile riproporre un luogo che sia un attrattore sociale, un luogo con un forte senso civico, che esalta allo stesso tempo le stratificazione delle diverse epoche ed i loro specifici contributi, in una riqualificazione di senso per questo luogo, che tenga insieme presente, passato e possibilità future.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

L’idea generale è di realizzare una copertura rialzata che mantenga il perimetro dei ruderi sottostanti e che diventi contenitore dei mosaici alla quota più bassa.Questa grande scultura urbana dalla forma definita, si contrappone alle linee perimetrali e disordinate degli edifici circostanti, ridefinenondene l’ordine.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Attorno a questa figura viene mantenuto e ridefinito il vuoto urbano dei reperti archeologici ribadendo la geometria del volume e innalzando la superficie calpestabile in modo da contenere e proteggere i ruderi sottostanti e dare allo stesso tempo la possibilità di passaggio ai mezzi di soccorso e ai mezzi auotorizzati. Nel definire questo vuoto viene previsto l’abbattimento dell’edificio pericolante posto sul fianco ovest della Piazza.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

La nuova quota della Piazza rialzata media la differenza di livelli con gli altri due ambiti quello dello del largo Portanuova e quello della Piazza San Vitale.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

Si è deciso di intervenire sulla piazza rialzata riutilizzando i materiali esistenti quali porfido e pietra bianca, invece il volume di copertura dei ruderi è stato pensato in conglomerato cementizio bianco levigato sostenuto da quattro pilastri che cadono in corrispondenza dei vuoti che si sono creati tra i mosaici. Degli inserti in acciaio brunito definiscono i parapetti dei vuoti urbani, della passerella e del volume di ingresso ai mosaici. Il volume dei mosaici e il vuoto attorno ad esso vengono connessi mediante la passerella.

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

gcarchitetti _Carlo Gaspari_Beatrice Comelli, zero4uno ingegneria, Elisa Sartor — Riqualificazione isola archeologica del mosaico romano in piazza San Vitale. San Salvo

RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO - ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto

$
0
0

La riqualificazione urbana del centro di Francenigo si presenta come occasione ed opportunità per progettare l’ultima parte di città adiacente al Rio Aralt e quindi al rapporto dello spazio urbano con l’elemento dell’ acqua. Gli obiettivi che il progetto persegue s’indentificano nei concetti di recycling e conservazione, in maniera tale da garantire la tutela e la valorizzazione dell’esistente. La qualità urbana incompiuta ed una mancanza di unitarietà nell’identità del luogo portano all’esigenza di una riqualificazione spaziale nella quale di identifichino delle aree d’intervento, anche solo dei micro-interventi, che mirino a rendere unitario il tessuto urbano. Non solo recupero di aree d’intervento ma anche di percorsi urbani, fili conduttori di progetto, dei flussi e delle dinamiche di chi vive la città; luoghi da rifunzionalizzare, luoghi da collegare.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

TRE AREE D’INTERVENTO Nel masterplan si suddividono tre aree d’intervento: la piazza antistante la scuola denominata “Piazza Aralt”, nome che deriva dalla presenza ed dall’importanza del corso d’acqua in rapporto con il luogo, l’area del “Piazzale ARCUF” come tappeto di pietra per consolidare le basi culturali e i momenti ricreativi all’aperto rivolgendosi sempre allo scenario del Rio Aralt e infine l’area dell’“Eco-percorso Aralt”, parte di città che si rapporta con il bene paesistico della città, ovvero il rio.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ECO-PERCORSO ARALT Come filo conduttore del progetto un percorso unisce , lega, mette in relazione dinamiche diverse della città che si sono consolidate nell’ evoluzione storica e sedimentate del tempo. La qualità paesistica del Rio Aralt pone riflessioni nel rapporto uomo|acqua , di come l’uso di quest’elemento era legato alla vita domestica grazie alla presenza di aggetti verso il rio, dove si lavavano i panni. Elementi da riqualificare e ridare alla collettività sono gli affacci verso l’acqua. Legare il percorso a questi affacci è importante per ricostruire un equilibrio tra natura e città, aggiungendo anche sedute e spazi di sosta a completamento di questo luogo. I collegamenti passanti da un’ansa all’altra del rio sono tre ponti, di cui solo due sono da riqualificare come è già stato fatto per il terzo. Il primo ponte è quello di collegamento di Pizza Aralt con il resto della città , che protende la piazza sino all’altra riva unendo le due parti di città. Rendere pedonale questo ponte non solo semplifica il sistema viario ma aumenta la qualità del luogo e la sicurezza degli studenti che frequentano la scuola oltre a separare il percorso ecologico dal sistema stradale. Il secondo elemento di attraversamento del rio è la passerella in acciaio verde e grate che si decontestualizza nel landscape del rio. Questo elemento va reso omogeneo agli altri lasciando la struttura esistente e realizzando una superficie in doghe di legno e il rifacimento del parapetto. Il progetto è in funzione dell’unità della città , rendendo gli interventi mimetici all’interno del tessuto urbano. In questo modo la città funziona in modo unitario, migliorandone la qualità e il pregio.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

PIAZZA ARALT L’area adiacente l’edificio scolastico di Francenigo si presenta, come parcheggio atto solo alla sosta temporanea di autoveicoli, rimanendo uno spazio vuoto per la comunità. Nell’attuale configurazione spaziale la piazza è un collage di parti diverse che si tengono legate da cuciture che si identificano come interventi di tamponamento, senza esserci un’unità progettuale che renda la superficie permeabile parte del tessuto urbano esistente. Come in tutte le città gli spazi pubblici vengono invasi dalle automobili, limitando l’uso del suolo alle persone con la conseguente perdita di benessere e salubrità della città. Lo stesso suolo preso in esame definisce gli spazi di accesso agli edifici pubblici in funzione di passaggi con sezione ridotta a discapito dei posti d’auto. La superficie deve essere tutt’uno con il sistema dei percorsi, dove i segni a terra definiscono le funzioni molteplici dello spazio. La significazione dei tracciati a terra come cambi di pavimentazione, dislivelli ed elementi di urban-design possono rendere uno spazio funzionale, senza ricorrere all’impiego della segnaletica stradale. Il sistema parcheggio è definito da elementi che rendano intuitivo lo spazio auto, la modularità come prolungamento di elementi longitudinali a terra alterando la cromia della superficie. Spazio non solo come parcheggio ma come piazza all’esigenza, spazio che si plasma in base alle manifestazioni e situazioni del vivere cittadino, mantenendo sempre inalterato il sistema di accesso agli edifici e al percorso ecologico. Gli elementi della pavimentazione filtrano e instaurano rapporti con gli elementi esistenti intersecandosi con essi e con l’ambiente creando un unico sistema. Le aree verdi sono organizzate con sistemi di ombreggiatura vegetale già esistente che viene recuperata e reintegrata nel nuovo progetto. Il concetto di recycling è alla base del progetto, in quanto verranno riutilizzate non solo le alberature, ma anche le sedute adeguatamente rivestite, la pavimentazione in porfido che verrà sostituita servirà per la sistemazione dei marciapiedi in calcestruzzo grezzo, e il sottofondo della pavimentazione riutilizzato per la nuova superficie. Recuperare senza sprecare, riutilizzare senza buttare, riciclare per una progettazione sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Nel progetto viene ridotto lo spazio per le autovetture per ridare maggiore superficie allo spazio pedonale incentivando l’utilizzo del parcheggio vicino all’“ Eco-Museo il Taglio del Tonet”. In questo modo si limita il flusso automobilistico all’ingresso dell’istituto scolastico, aumentando di conseguenza lo standard di sicurezza per i ragazzi che frequentano l’area. La predisposizione di punti luce a LED, per ridurre il consumo energetico, rende la pizza fruibile anche la sera creando un’atmosfera legata ai riflessi del Rio Aralt nel quale verranno convogliate le acque meteoriche attraverso delle incisioni ricavate nella superficie. Il disegno della piazza prende spunto dalla pavimentazione della piazza della Chiesa di Francenigo e da altri spazi all’interno della città per dare continuità. La funzione primaria della pavimentazione di progetto è l’unione dello spazio declinando il disegno alle varie funzioni stabilendo una gerarchia di segni.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

PIAZZALE ARCUF L’area Arcuf dedicata a ritrovi giovanili, sport e manifestazioni si presta ad essere resa pavimentata per poter stendere le attrezzature su una pelle di pietra. Superficie che presenta un disegno compositivo con incastri e giunzioni per il montaggio a secco delle strutture prefabbricate , interlacciata con il sistema di drenaggio dell’acqua meteorica verso il rio. La nuova superficie genera occasioni di utilizzo dell’area non solo durante le manifestazioni, ma nel tempo libero dove il suolo urbanizzato lascia la possibilità, a chi vuole, di giocare su una superficie pavimentata e libera. Alla superficie pavimentata si affianca un parco urbano dotato di sedute e zone d’ombra dove poter sostare e osservare il paesaggio circostante. Il forte contatto e relazione con il rio rende l’area in possesso di uno scenario naturale che lega lo spazio urbano alla natura. A questo piazzale si accede tramite dei percorsi, o meglio , è legato a dei percorsi come elemento di connessione in una maglia di rapporti tra i luoghi del vivere cittadino.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

MATERIALI La pavimentazione si pone come elemento di unione e collegamento del tessuto urbano. L’utilizzo del porfido come materiale superficiale si presta ad unire la pavimentazione esistente alla nuova, prendendo come riferimento la piazza della chiesa e i vari spazi di seduta all’interno del perimetro urbano. La cromia si basa su sfumature di grigio in contrapposizione con i segni che sono in bianco e racchiudono aree e funzioni. Il forte carattere paesaggistico del rio suggerisce l’utilizzo di materiali naturali compatibili con l’ambiente, rivestendo le sedute e gli aggetti con legno per attrarre e catturare lo sguardo di chi visita il luogo creando un ambiente in armonia con la natura. Recuperare il percorso lungo il Rio Aralt è importante per conservare il carattere naturale dell’area, aumentando la consapevolezza del luogo e dell’importanza del medesimo per la città. Organizzare sedute e spazi di osservazione crea spunti di riflessioni e atmosfere suggestive. Per gli elementi che si staccano dal suolo e fuoriescono dal terreno si è adottato come materiale il corten che si abbraccia con la naturalità del verde e con la grana della pietra.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

RECYCLING Il riutilizzo dei materiali deve essere alla base di un progetto in un ragionamento di compatibilità ambientale ed economica. Riutilizzare gli scarti derivanti dalla demolizione della pavimentazione come il calcestruzzo per reimpiegarlo come nuovo sottofondo di pavimentazione diminuirebbe non solo le spese di smaltimento ma anche lo spreco di materia. Mantenere le alberature esistenti e conservarle non solo beneficia il risparmio, ma si recupera una risorsa. Lo stesso principio si declina nelle sedute della piazza che cambiano l’aspetto formale con delle superfici in legno, diminuendo i costi di produzione e azzerando quelli di demolizione. Anche il recupero dei ponti adotta questa soluzione sostituendo alcuni materiali ma riutilizzando la struttura.

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

ANDREA PILLON, Luca Ariedi, Dario Moretto — RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern - 6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio

$
0
0

Die Primarschule Stapfenacker ist in einem städtischen Umfeld eingefügt, das durch eine mittlere Baudichte gekennzeichnet ist, von dem sie das Herz und der Bezugspunkt ist. Das Ortsteil, das durch die typisch schweizerischen Peripherie-Wohngebäuden geprägt ist, ist durch mittel-grosse Wohnungen umgeben, die durch eine rigorose städtebauliche Ordnung, den Nord-westlichen Raum der schweizerischen Hauptstadt besetzen. Das Schulgebäude unterscheidet sich vom umgebenden Stadtgefüge wegen seinen architektonischen Ausmassen, die trotz der Einhaltung der Strassenausrichtungen und der für die Umgebung festgesetzten Deckverhältnissen, machen es zu einem sehr ausgedehnten Gebäude, das anscheinend nicht massstäblich ist. In Wirklichkeit, da er in der städtischen Siedlung bis zu seiner vollen Besetzung eingefügt ist, schlägt der vom berühmten Berner Architekten Karl Indermühle im Jahr 1930 entworfene gereinigte Gebäudeplan den rechteckigen Umfang der Parzelle B mit Beiträgen unterschiedlicher Art und Weise wieder vor. Nord-östlich und Nord-westlich haben wir die rationelle Anlage mit den beiden rechtwinkeligen Armen vom Schulgebäude, die durch reguläre Volumenspiele und Wechsel zwischen Durchsichtigkeiten und Undurchsichtigkeiten gekennzeichnet ist; Süd-östlich und Südwestlich befinden sich bzw.: eine Baumreihe, virtuelle Bühnenszene, die schon vom Architekten im ursprünglichen Plan vorgesehen wurde und heute übrig gebliebene grüne Eigentumsgrenze, und ein 1967 errichtete Padillongebäude, das architektonisch nicht relevant ist und deshalb zum Abbruch bestimmt ist.

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

Die Architektur vom neuen Erweiterungsgebäude geht von diesen Voraussetzungen aus und gründet ihre Existenzberechtigung. Das Schulgebäude von Indermühle, hervorragendes Beispiel von der Schweizer Moderne, wird zu Inspirationsquelle mit der man Beziehungen schafft und nach vorne blickt bis zur Erreichung einer tiefen, totalen Integration, einer dialektischen Gemeinsamkeit zwischen Antike und Moderne, Vergangenheit und Zukunft, die auf gemeinsamen Sprachen basiert, die nicht stilistisch sind, weil dies anachronistisch wäre, sondern funktionell, verteilend und architektonisch bildend sind. Diese mit lauter Stimme mitgeteilte Absicht wird durch genaue architektonische Entscheidungen verfolgt, indem man feste Punkte, unabdingbare Projektregeln bestimmt, die imstande sind, eine fortschrittliche erzeugende Kraft im schöpferischen Prozess zu fördern; Ursprung der Strecke für die neue Erweiterung.

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

PIANTA PIANO TERRA

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

PIANTA PIANO PRIMO

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

6ab Architects & Co., ESPRIT Architettura Architetti Associati, SAP Studio_Architettura_Paesaggio — Erweiterung Volksschule Stapfenacker, Bern

Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania - Bocut Daniel

$
0
0

Concept –
„ Arhitectura este sculptura locuita“–Brancusi-
Piateta publica si malul raului ofera activitati comune de recreere si de tranzit . Conceptul se bazeaza pe ideea de „sculptura orizontala“ .Am, elaborat acesat tema deorece am amenajat zona ca pe o piatra de rau slefuita de apa si ancorata in mal. Zona ar trebui sa fie capabila sa incorporeze numeroase varste si interese de-a lungul timpului, precum si multe tipuri de comunitate de la adunari informale legate de un eveniment, festivaluri de vara sau prezentari pana la interese particulare si luatul mesei impreuna .

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Dispunerea functionala –
Pentru a exploata metri patrati disponibili am interschimbat functiunile pentru a utiliza cladirea si zona inconjuratoare atat independent cat si intr-o scurgere a legaturilor dintre spatii pe doua nivele. Pentru a accentua posibilitatea mixajului de spatii, poti accesa atat prin extensia piteti la acelasi nivel cu console peste apa directionate spre zone de interes din Piata Unirii , cat si la nivelul spatiilor comerciale prin scari si rampe. In pasajul ce urmeaza descriem diferitele tipuri de spatii si conexiuni :

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

-la nivelul pietei – toaleta existenta este transmutata si amenajata la nivelul spatiilor comerciale , in spatele noului zid de sprijin. Spatiul rezultat devine degajat si aseaza zona intr-o atmosfera de relaxare si protejare. O escavare in pavaj scoate in relief un curs de apa activ ( artificial ), cu locuri de stat la umbra copacilor ornamentali. Zona verde nou creata de-a lungul trotuarului filtreaza zgomotul si directiile spre centrul vechi ( Teatrul de Stat ) prin coronamentul copacilor la inaltime si plante joase si stufoase .Piateta se deschide vizual spre cladirile de pe malul de vizavi si pietonal spre o zona retrasa de zgomotul intersectiei de pe pod.
-la nivelul spatiului comercial – doua elemente sculpturale sustin placa superioara care adaposteste protejeaza si relaxeaza. Amenajarea are multiple activitati comune exterioare.Exista acces la toalete, astfel acestea sa fie folosite pentru toate activitatile de afara. O rampa curbata este folosita pe doua sensuri pentru pista de bicicleta sau persoane cu dizabilitati. Printr-o fanta in placa , copacii invadeaza si purifica aerul.Pe timpul verii, cafe-barul este inima evenimentelor in aer liber de la festivaluri de vara pana la barurile de vineri sau reuniuni spontane. Iarna terasa se poate inchide cu suprafete vitrate si astfel se poate mari capacitatea pentru diferite evenimente ( conferinte).

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

concept

In spatiul pentru camera urbana de deasupra cafenelei se poate extinde asezarea terasei din planul cladirii prin scara de acces.Planul se intinde peste rau cu console de 2-3 m., protejand astfel suprafata vitrata pe timpul verii ,eliminand efectul de sera. De la planul terasei amenajate se continua circulatia printr-o ( padure urbana) continuata cu coronamentul la nivelul superior pentru umbrire si protejare. Se propun urmatoarele spatii si suprafete : - Alimentatie publica (cafe –bar) – 90.00 mp. - Terasa – 170,00 mp. - Terasa urbana – 191,00 mp. - Toaleta publica propusa – 24,50 mp. - Scari amfiteatru – 21,00 mp. - Amenajare terasa urbana – 358,00 mp. - Amenajare Piata Regele Ferdinand – 458,50 mp. - Amenajare pelicula de apa – 21,00 mp. - Amenajare pista bicicleta – 186,00 mp.

Design si materiale –
Partea constructiva este alcatuita din stalpi de beton si plansee tip dala ( fara grinzi) Stalpi ca si element vertical de rezistenta sunt inlocuiti in unele zone cu difragme curbate din beton menite sa adaposteasca in zona de cafenea ,barul iar in zona de tranzit ,vegetatie scunda si inalta „ padure urbana“.Consolidarea intregii structuri se realizeaza cu ajutorul rampelor si ancorarea in zidul de sprijin. Fatadele inchise sunt din elemnte de structura metalica autoportanta izolate termic prin fatada ventilata.Panourile transparente sunt din sticla eficienta energetic in cadre de aluminiu.Planseul de la terasa superioara este placata cu granit de 1,2 cm. rezistent la alunecare . Piateta este dalata cu piatra de porfir in pat de nisip si mobilata cu banci izolate in zonele verzi si continue de-a lungul trotuarului existent. Prezenta apei se face in piateta prin recircularea sub forma unui rau de 10-15cm adancime, cu traseu curb care directioneaza si delimiteaza unele trasee pietonale. Formele sinusoidale se regasesc in toate zonele amenajarii si se transforma in rampe,console ,locuri de stat, luciu de apa,elemnte de rezistenta,balustra,zone de verzi,etc.

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

plan situatie

Sustenabilitati –

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Proiectul respecta prevederi perfomante energetica si include urmatoarele initiative privind mediul inconjurator : - posibilitatea de a folosi pardoseli termoactive pentru incalzire si racire - apa de ploaie colectata este folosita pentru toalete - panouri solare deasupra barului pe zona verde

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

elevatie

Vegetatia –
Spaţiile verzi urbane au o deosebită importanţăşi din punct de vedere estetic, deoarece atenuează impresia de rigiditate şi ariditate a oricărui mediu construit –mediu ce dominăîn oraşe. Prin valoarea amenajării lor peisagistice, spaţiile verzi dau identitate aşezărilor umane. Menţinerea unor zone de spaţiu verde neglijat se poate datora, în unele cazuri, unor dispute între instituţii privind spaţiul respectiv, scopul urmărit fiind câştigarea controlului asupra terenului, care, ulterior, este exploatat pentru profit. Solutia aleasa ordoneaza spatiile verzi ,capabila sa determine camera urbane, si un numar mai mare de arbori plantati . Statistic exista la ora actuala : - 16 arbori – tuia Se propune inlocuirea tuturor copacilor si zonelor verzi astfel: - 392 mp. de pamant vegetal - 15 arbori – ulm parvifolia Forma: arboreinalt de 10-15 m, creste incet, Scoarţa: netedă, cucoroana stufoasă, Sol: nu are pretentii la sol. - 6 arbori – paltin Este o specie nerezistenta la secetă, dar rezistenta la geruri, prefera statiuni umede, soluri nisipo-lutoase si are un temperament de lumina.

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

section

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

section detail square

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Bocut Daniel — Redesigning the riverbank in the historical center of Oradea, Romania

Riqualificazione della piazza Dong Kinh Nghia Thuc e della StradaHang Dao, nel quartiere delle Strade Dei 36 Mestieri - COdESIGN, Anna Cornaro, Valerio De Divitiis, Alessandro Di Mario, Francesco De Tulio, Lê Quỳnh Chi, Vũ Thành Công, VũĐoàn Linh, Đặng Mạnh Cường

$
0
0

The competition area is located at the border line of the District of the Thirty-six Trade, facing the Hoan Kiem Lake, at the intersection of important routes. It is a place where history, leisure and traffic mix together. Moreover is an area very changeable depending on the day and on the time. The main idea is having a project made by two kind of urban elements: an hardware and a software. The hardware is made by architectural elements that change the use and the perception of the area, but do not change themselves during day and time, the software is made by street furniture that can changing depending on day, time and uses. The main task is the urban rehabilitation of the area without losing the changeable aspect of the site. Highlighting the differences depending on different users and uses is considered very important, the proposal wants to enrich complexity not delete it, focusing the design process on some main powerful architectural elements. Hardware Sofware WATER PARK FLOODING SQUARESKY PARK COLOURED CURTAIN SYSTEMHISTORICAL PLAZA LIGHT SEATING FURNITURE

COdESIGN, Anna Cornaro, Valerio De Divitiis, Alessandro Di Mario, Francesco De Tulio, Lê Quỳnh Chi, Vũ Thành Công, VũĐoàn Linh, Đặng Mạnh Cường — Riqualificazione della piazza Dong Kinh Nghia Thuc e della StradaHang Dao, nel quartiere delle Strade Dei 36 Mestieri

Hardware The urban texture of the competition area is made by long tube-houses, we decided to use this pattern as the generating system of every architectural element of the urban design. We stretch these long lines of the urban texture from the plots to the lake-side, in order to have a common urban design, and unify the north part of Dhong Kinh Nghia Thuc square with the south part.

COdESIGN, Anna Cornaro, Valerio De Divitiis, Alessandro Di Mario, Francesco De Tulio, Lê Quỳnh Chi, Vũ Thành Công, VũĐoàn Linh, Đặng Mạnh Cường — Riqualificazione della piazza Dong Kinh Nghia Thuc e della StradaHang Dao, nel quartiere delle Strade Dei 36 Mestieri

WATER PARK This plot traces extended to the north side of the lake generate little boxes, hosting public w.c., small street food shops, some of these pavilions face lake walkways, others face square. Small tongues extended over the lakes are belvederes for people or piers for boats. Using the same grid we create a parking for motorbike along the lake, it is open-air but it is located at a lower level then the street so to preserve the beautiful view of the lake. On the east side of the area we use the same generating method: stretching the line of the building-plot facing Dinh Tien Hoang street we create a connection between the lake front and the building plot. This is not only a formal connection, but also a functional one. In front of the Puppet theatre we create a real water puppet theatre. The tongue extended over the lake can moves becoming the stalls facing a water stage for traditional Vietnamese water puppet play. In front of the Ba Kieu Temple, on the lake side, we create some pavilions to be used for religious celebration, these pavilions work as the former halls of the temple, that stood where the street now is. The new pavement going from Ba Kieu Temple to the lake, intends to give the temple the link to the water again. Infact during ancient time in front of religious complex a natural/artificial water existed according to ancestor feng shui regulation. The water plays the role of Minh Duong (bright yard), collecting the good wind and accumulating all kind of good fortune.

COdESIGN, Anna Cornaro, Valerio De Divitiis, Alessandro Di Mario, Francesco De Tulio, Lê Quỳnh Chi, Vũ Thành Công, VũĐoàn Linh, Đặng Mạnh Cường — Riqualificazione della piazza Dong Kinh Nghia Thuc e della StradaHang Dao, nel quartiere delle Strade Dei 36 Mestieri

SKY PARK The restyling of the Ham building involves all the long plot it belongs to. Starting from the terraces of the Ham building we design a complete restyling that transforms each floor in a cantilever garden, bringing people, floor after floor, to a surprising SKY PARK cantilevered over the roof of the entire plot. This park wants to be a sort of contemporary evolution of the tube-houses plot. It has different decks at different levels, overlook terraces, green patios and walkways as the inner core of the tube-houses use to have. It is a sort of green device of the Dhong Kinh Nghia Thuc square, it is full of greenery, it is a quite place for walking at every hour of the day, it is a fresh and calm place because of the trees. It hosts an open air theatre, a sky-restaurant, some offices, a botanic garden a belvedere terrace toward the lake, a urban centre for exhibition managed by the VAA office nearby, a playground for children. The Sky Park has stairs and elevators in two different places, one is located at the connection of the Ham Building with the plot, the other is almost at the end of the plot. The cantilevered garden wants to improve the environmental quality, it is a functional landmark made without occupying more land than the present. It is not a building over other buildings but a green device for leisure “growing” from the existing plot, an open air walkway that completes the public space at ground floor, it is a changeable transparent structure that change with the changing of nature during seasons. The SKY PARK has the function of urban linkage between old and new, it is a belvedere of the entire area, it can decrease the air pollution thanks to greenery and anti-pollution material, it is a device to collect rain water and re-use it for the FLOODING SQUARE. The SKY PARK, is a kind of plant stemming from the existing plot, growing step by step according to a schedule municipality can decide freely. This architectural element unify all the different facades of the tube-house below, without deleting differences and variation.

COdESIGN, Anna Cornaro, Valerio De Divitiis, Alessandro Di Mario, Francesco De Tulio, Lê Quỳnh Chi, Vũ Thành Công, VũĐoàn Linh, Đặng Mạnh Cường — Riqualificazione della piazza Dong Kinh Nghia Thuc e della StradaHang Dao, nel quartiere delle Strade Dei 36 Mestieri

HISTORICAL PLAZA The intersection between Hang Dau Street and Dinh Tien Hoang street is another point where the urban design focused on. This corner is the place where the traffic vehicle stops during week-end and at night, and is the first plot vehicles have in front when reaching the old quarter. Shaping the ground we transform this triangle in the District of the Thirty-six Street’s Gate. A big sign impressed on the cor-ten wall indicates the entrance to the old quarter. The small green hills on both sides of Dinh Tien Hoang street hides some offices, a tourist information, some public w.c., souvenir shops. The HISTORICAL PLAZA is gently sloping toward the Ba Kieu Temple, this slope highlights the gate to the courtyard of the temple and it is useful for public events that usually held here. The big existing banyan trees (usually planted in sacred places), will be the main symbolic element of the square.

Software We designed few king of street furniture and urban elements responding to different needs thank to their multifunctional devices. They come from the rethinking of existing and/or traditional elements. They are tools or systems very familiar to Hanoi citizens but the project give them a contemporary aspect and some technological devices they usually have not. The new kind of furniture is useful and with a new aesthetic value, each of these urban elements highlights the changeable aspect of the area in a contemporary way.

FLOODING SQUARE The Flooding square is located where presently the fountain is. It loose it “hard” and fixed aspect, and become a monument of pure water. It will be at the same level of the street, having a changeable aspect depending on day and time. The name Flooding Square means a square of water where the “tide” is always changeable: during weekdays at day time there will be only a great pure water element rising from the ground to the sky. A fountain made exclusively by water highlights the symbolic meaning of this place according to the feng shui regulation. The higher gush has two more meanings: a practical one in fact it will indicate the point where vehicles can turn around; a theoretical one because it indicates the Zero Point. It is the point Vietnamese people use for measuring distances between the city center and other Hanoi monuments, or distances between Hanoi and city all over the world. During week-end and at night time many sprinkling elements are turn on so the water square become wider, people can walk freely around the gushes flowing out from the pavement. The gushes are combined with lighting devices so at night they become floods of light. The pavement of this area has a Y-shape coming from Hang Dao street so to make people converge to the WATER PARK, and see better the beautiful Ngoc Son temple.

COLOURED CURTAIN CHANGEABLE SYSTEM Even in the past all the commercial streets of Hanoi have curtains to protect people and goods from sunshine, at that time they were made of bamboo or other naturals materials. The project introduces a new kind of curtains. They are useful against the sunshine as in the past, they host the signs of each shop as usual, but they offer other new practical advantages. The fabric they are made of, is a new special kind of fabric integrating solar cells on it. The curtains capture solar energy during the day, and use it at night to activate a LED system of self-illumination. The curtains have the practical function of shading at day and lighting at night, but they have some more symbolic meanings too. Since the past each street hosted shops selling the same goods, we decide to associate colors to goods so to have each street lined by a different curtain color. Project proposal is: BLUE-CLOTHES (Hang Dao Street); GREEN-BAGS; YELLOW-SOUVENIRS; RED-RESTAURANTS/CAFFETERIAS. Of course this “curtain landscape” is always changeable depending on the weather and on the sun position. Associating different colors to different streets/goods permits to identify different kind of shops, having a “natural” way of finding all over the area. This system can help to preserve traditional activities in each street also. About this last point the proposal is choosing different nuances of the same color depending on the “age” of the shop. In Vietnam a family often manages the same shop/good since the ancient time so dark color can identify ancient shop/activity and light color can indicate a recent shop/activity. In this way the nuance of color will become a symbol of family honorability and a method of traditional shop preservation. The curtain system represents not only a road signage, describing the characteristic of the neighborhood, or a system to unify shop signs, or a nice device to preserve the in-out typical selling practice, but moreover an easy method of rationalization of the entire street facade. Of course we propose a long-term refurbishment of the facades at upper floors, by hiding technical devices and ugly addictions. LIGHT SEATING FURNITURE All along the streets Vietnamese people use small plastic table/seats of bright colors. This cheap street furniture have everywhere almost the same shape. People use them to seat and drink, or talk, or chat by phone, or eat street-food or take a rest. We decided to combine the color of this furniture with curtain color. These table/seats can support a LED system of self-illumination, rechargeable by the curtain energy. Of course even this furniture gives a changeable aspect to the street: the small seats are movable, when not in use they can be stocked one on each other building a sort of colored tower; when in use they can be spread all along the street; at night they can appear like lanterns or simple seats.

Materials Material choice represents the opportunity of linking old and new, giving a new perception of the same places, mixing different things together. In some case we decide to apply traditional materials to contemporary textures (as in the pavement of the FLOODING SQUARE or WATER PARK, HANG DAO Street). On the contrary sometimes we apply high-tech material to traditional/usual elements, this is the case of the solar fabric used for curtain system, or moreover we use contemporary material nearby traditional elements as in the case of fiber-glass translucent panels used for the SKY PARK over traditional tube-houses.

Circulation Our team studied in depth the status of the vehicle circulation, depending on days and time. Our proposal is having a no entry zone at night and during week end. We provide a wide parking lot for motorbike in the south side of Dhong Kinh Nghia Thuc square, near the WATER PARK. With our proposal we do not want to change completely the habits of the citizens, because we like to preserve the good feeling of people coming to this area, and we hope they can continue to recognize it as a familiar place they belong to.


Piazza Dong Kinh Nghia Thuc - Alvisi Kirimoto + Partners, Nguyen Dinh Thanh

$
0
0

MASTERPLAN
The rejuvenation of the lakefront area and the design of a new square in a city as Hanoi, couldn’t exclude , in our opinion, a deep analysis of the social life, abstracting those elements which will characterize and will become the foundation of our project. Lights, colours, sounds and a continuous flux of people and vehicles merge together in a chaotic way, giving to the city a vital vibration in every single moment of the day.

Alvisi Kirimoto + Partners, Nguyen Dinh Thanh — Piazza Dong Kinh Nghia Thuc

THE THREE URBAN ACTIONS
Relocation of the vehicular traffic and creation of a pedestrian area all along the lake Nowadays the configuration of the space is strictly linked and subordinated to the vehicular traffic that fully occupy the public space with irregular and chaotic fluxes, mixing driveways, pedestrian paths and cycling routes. Our first consideration was to create a pedestrian area whitout vehicular flux.

Alvisi Kirimoto + Partners, Nguyen Dinh Thanh — Piazza Dong Kinh Nghia Thuc

New connection between the historical landmarks Through the intervention of relocating the traffic, the actual square area becomes barycentric between the cultural and historical landmarks such as the Hoam Kiem Lake and the 36 street district in the historical city centre. In this way they are now physically and visually connected.

Alvisi Kirimoto + Partners, Nguyen Dinh Thanh — Piazza Dong Kinh Nghia Thuc

Programmatic subdivision of the area We subdivide it into three big thematic areas according to the presence of the main buildings of public interest and of the activities carried out by the citizens.

Alvisi Kirimoto + Partners, Nguyen Dinh Thanh — Piazza Dong Kinh Nghia Thuc

1.The urban area 2.The commercial boulevard 3.The cultural and religious boulevard

Accesses and Viability
Our first consideration was focused to relocate and moving away from the lakefront the vehicular flux and consequently to strongly reduce the unbearable noise persisting in the everyday city life. We envisaged some accesses and moto parks around the new area.

ARCHITECTURAL STRATEGY
Paths
The traffic free area is intended as a primarily pedestrian space. The creation of this new pedestrian area surrounding the lake is the way to sew the lake with the historical city and to reconnect civil and religious buildings, symbols of Hanoi. Among the pedestrian strategy the slow flux mobility is encouraged and sustained by the improving of bikes and rickshaws rentals, which are organized in the new designed facilities block.

Thematic areas
The program proposed is focused on defining new areas that confirm the functions that are inherent to the place, such as : - Aggregative, near the fountain - Commercial, all along the streets - Cultural and Religious – Theatre and the Temple along the lake

Connections – Urban Grids
The new piazza has been generated by the main axes that connect both physically and visually the historical city with the lake and the temple.The temple is so visible from the entire lakefront . The third edge of the new piazza is defined by a green wing which extents itself along the lake.

Trees-Colours – Colours
The area dedicated to the trees and the flowers, symbols of the color of Hanoi, follows the scheme of the dense grid structure of the city. The presence and the importance of the color is emphasized by the flower assessment along the lakeside during daytime and by beam lights projected from the new piazza during the night time.

Trees typologies
The green vegetation is designed as extending the generating grid and it is composed of two different layers: a massive one, filling the existing tropical – wild trees arising along the lakeshore and a punctual and smallest one, located along the commercial and cultural paths.

THE THIRD EDGE AND THE SQUARE
From the analysis of some of the main Italian squares that face a natural element as the sea or the lake, it becomes evident that they are always enclosed by three built sides. In our specific case, the square faces the Hoam Kiema lake and it is borded by the French building and the Ham, but lacks a third defined edge. Our intervention is to create the third edge as the continuing of the high trees lake boundary, defying a new different framing of the symbol elements of the area: the Lake and the Temple.

GENESYS OF THE SQUARE
The space that has been generated through the visual axes connecting the historical street and the lake is ideal for the insertion of a monolithic object, a platform that might function as an observation and connection podium between the lake and the historical street. The idea of a plate comes from the intention of giving an univocal answer to the requirements and needs of a public place such as Dong Kinh Nghia Thuc square that needs to gain a strong identity. The platform becomes a landmark, a place of aggregation and a trade union between the modern and past buildings facing the area.

ACCESSIBILITY TO THE AREA AND VIABILITY
The new area that has been generated, is conceived as pedestrian only, but with a timed access loop street, it becomes permeable to the commercial vehicles for loading and unloading of goods and to the emergency vehicles. In a future vision this loop can envisage a straight connection with Pho Cau Go street and become a streamline traffic way.

LIGHT-WATER-COLOUR
The slab holds the symbol elements of the Hanoi people’s tradition and culture: light, colour and water. A wide marble coated platform of 0.5m height and 1800sqm surface, rises on a wide area that nowadays is anonymous and lacking a precise function except that of a roundabout. Fountains and colours make vibrant the spirit of this new object that lays along the banks of the sacred Hoam Kiem lake. An object that change look between the day and the night and during special events. Water and high lights make it recognizable and visible from different spots of the city during the night. 36 water geyzer nozzles and 36 light skybeams symbol of the”District of the roads of the 36 trades”, are dynamic sculptures with which children can play during daytime and characterize the area during the night. The platform could also be a stage that can be used for hosting ceremonies or cultural events. A water blade running through the platform and falling into the lake becomes the symbolic link between the historical street and the lake.

MATERIALS
The chosen materials belong to the local tradition and are available in the same vietnamese region so to reduce the transportation fees. The pedestrian paving extending through all Hang Dao street is conceived to be dark gray limestone and the carriageable loop to be antic gray limestone. The paving of the lakefront is light dolomite. The covering of the platform is expected to be marble. HAM BUILDING

The intervention envisaged for the Ham building is a refurbishment that aims to reduce his massive impact. With this purpose a steel and glass projecting roof is added to the roofing in order to give it much more lightness, the projecting slabs are reduced in their height and their presence is stressed by a steel cladding. All the parapets are made out of glass. The entrance, as well as others colonial buildings, is emphasized by a steel and glass projecting roof that follows the shape of the entire rounded facades

FACADES It has been decided to intervene on: - signboards: to be kept those elements such as the awnings, that with their coloured variety, by now design the typical Vietnamese historical city centre’s profile. A re-organization and a re-thinking of their assessment and layout as hung items on the facades. They have to be coloured, referring to the use of colour in the Vietnamese tradition. -lighting: to be integrated to the advertising panels and to the new totem that has to be created with the informational function. -air conditionings, to be concentrated in a collective box that also produce energy through the installation of solar panels. -Electric cables, to be wired underground.

SIGNBOARDS
The advertising signboards have been thought as vertical painted wooden boards, in order to have a variety of coloured bases for the different logotypes of the commercial activities. The panel fittings, correspond to the boundary dividing each “tube house” to the other. A lighting led strip is fitted within the panels. The logotypes on the awnings have been left in place. Three different levels of comunication have been created: low level signs underneath the awnings, the awnings themselves, and the signboards settled at a higher level so to be seen from far away.

LIGHTING AND INFO-TOTEM
Three are the lighting levels thought for the city streets: a lighting strip integrated within the low and high level signboards and the lamposts integrated in the information totem. Electrical cables are considered to be underground wired. The lamposts system along the streets works as well as info point through the integration of touchscreens. They give historical information about the specific location.

ENERGETIC BOX
For the high volumes of air-conditionings blooming on the facades, we thought about condensing them into a collective “Energetic box” settled on the top of the tube houses roof so to clean the facades, to keep their vertical continuity and to fill in the gaps between them. The Energetic boxes are also conceived as Energy storages with the positioning of solar panels on top of them. The energy so produced can be used by the near dwellings and commercial activities. The Boxes are conceived to have a steel structure and a painted bamboo cladding.

FOOD SELLING PLATFORM
The traditional small sized Vietnamese bench has been reinterpreted in a 45cm height platform with a dedicated space for the sale, so to keep the small street activities alive. The platform is designed to contain a trash bin and a hole hosting a tree to keep the seats shaded.

RELAXING PLATFORMS
Benches in pairs and coloured flowerbeds are envisaged to be alternated along the lake banks. These wide seats are conceived to be both gathering and relaxing spots where the citizens can also be on-line through the creation of free wi-fi access points

Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola - Paolo Giberti

$
0
0

La soluzione proposta risponde alle richieste di progetto con l’intento di dare corpo allo spontaneo determinarsi di una “nuova piazza storica”. L’intervento, ricercatamente essenziale, è volto ad orchestrare i diversi elementi del progetto per esaltarne la misura e le naturali gerarchie, rifuggendo quindi l’inserimento di qualsivoglia ulteriore monumentalità. La previsione di elementi puntiformi e la definizione della complessa maglia geometrica della pavimentazione, è strumentale all’equilibrio tra i quattro lati della piazza e le numerose “linee di forza”, generate da episodi polarizzanti quali sono: il leonardesco Naviglio della Martesana; il ponte, di nuova articolazione, che lo attraversa e che congiunge la piazza alla corte di Casa Busca e ora allineato al timpano decentrato di Palazzo Pirola per dare spazio all’antico imbarcadero, quest’ultimo a sua volta collegato a Piazza Italia dalla Via Corridoni; il nuovo camminamento verso Piazza Cagnola e, infine, il Palazzo Pirola stesso. E’ questa rete di relazioni, tra percorsi e piazza, tra nuovi elementi e preesistenze, a determinare lo sviluppo dell’architettura. La pavimentazione, realizzata in porfido rosso, beola e granito bianco, appunto descrive il legame tra edifici e arredo urbano. I nuovi inserimenti, oltre a delimitare e bilanciare geometricamente l’insieme della piazza, assolvono la funzione di filtro visivo permeabile al passaggio, di illuminazione e di copertura. Lungo il lato adiacente la Via Corridoni, è previsto un breve filare di alberi di basso fusto. Alcuni lampioni proseguono la linea delle colonne che reggono il timpano di Palazzo Pirola, costituendo idealmente un piano di facciata e accompagna il camminamento di chi proviene o dirige verso il colonnato sotto il timpano. Lungo il fronte porticato del nuovo edificio previsto dal P.R., una linea di faretti carrabili, incassati a terra, indica la direttrice del percorso verso Piazza Cagnola. Elemento caratterizzante il progetto, poiché distingue ma non separa l’ambito della piazza da quello del canale, è la copertura integrata ai corpi illuminanti, posta a lato del Naviglio della Martesana. La forma rievoca i vecchi lavatoi che si incontrano ancora oggi lungo le sponde del canale stesso, La copertura, puro elemento di arredo urbano, non definisce una funzione specifica e sarà utilizzata liberamente, secondo le opportunità dell’amministrazione e dei cittadini. Oltre il naviglio, lungo il muro che perimetra la corte di Casa Busca, sono effettuati dei sezionamenti, a creare degli scorci prospettici da e verso il portale che conduce al Parco Sola Cabiati.

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - render di progetto

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - render di progetto

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - render di progetto

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - render di progetto

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - tav. 01

Paolo Giberti — Sistemazione delle aree pubbliche previste dal piano di recupero Vicolo Corridoni | Gorgonzola

PR Vicolo Corridoni - tav. 02

The Hanoi Bamboo Connection - Elsen Lupic & Partners, Francesco Lupic, Federico Cavagnera, Alessandro Pistore, Valentina Zippo

$
0
0

“The Hanoi Bamboo Connection”è una proposta che mira a collegare la progettazione architettonica, l’aspetto sociale del vivere la strada delle capitali asiatiche e i materiali tradizionali della cultura vietnamita: un progetto che lega i frammenti del centro urbano utilizzando aspetti innovativi e materiali propri della tradizione locale. Obiettivo primario è dunque il recupero della socialità diffusa e la riqualificazione integrale del centro storico di Hanoi con interventi di riordino generale e micro-opere che potranno coinvolgere i cittadini in esperienze di progettazione partecipata.

Elsen Lupic & Partners, Francesco Lupic, Federico Cavagnera, Alessandro Pistore, Valentina Zippo — The Hanoi Bamboo Connection

vista della grande serra in bamboo

L’idea nasce da un’attenta analisi della complessità del sito segnato dalla caotica presenza di tratti architettonici dissonanti e manufatti edilizi sorprendenti (per la loro misura, immagine e struttura) nonché da un frenetico traffico che investe tutta l’area in esame. L’attenzione è stata posta anche sul lungo lago e le sue aree limitrofe che sembrano cresciute in modo casuale senza un disegno ragionato. Il progetto ha tenuto conto dei tracciati viari esistenti regolarizzando il traffico veicolare e cercando di valorizzare contestualmente le aree più interessate dalle circolazione stradale e gli spazi commerciali del contesto. Un sistema di tre piazze tematiche, collegate da un galleria coperta e da ampie aree pedonali, propone un nuovo impianto generato secondo un disegno che considera gli allineamenti e le giaciture che il sito suggerisce ed evidenzia e un’immagine fortemente diversa del centro storico. Il primo e principale luogo di socializzazione è la Main square o piazza del mercato luogo dello stare e degli scambi. Lo spazio, suddiviso in due ambiti distinti, è dominato dal nuovo simbolo cittadino (la grande serra) che raccoglie e nasconde la mascella di squalo, emblema negativo per i cittadini. La vasta area pedonale si estende fino al lago e collega lo Ham con il Hong Van Long Van permettendo comunque il passaggio regolato dei veicoli.

Elsen Lupic & Partners, Francesco Lupic, Federico Cavagnera, Alessandro Pistore, Valentina Zippo — The Hanoi Bamboo Connection

planimetria generale

Una Galleria realizzata in bamboo collega la piazza principale a quella centrale. Un elemento di connessione che unisce non solo gli edifici più significativi, ma permette agli esercizi commerciali, che si affacciano verso il fronte del lago, di poter usufruire di un filtro pedonale protetto dal traffico veicolare. Il sistema della schermatura della galleria è concepito come elemento reversibile e flessibile che gli abitanti potranno, secondo un percorso di progettazione partecipata, modificare nel disegno nel corso del tempo. Al termine della galleria un diaframma (progettato in coerenza con la serra) separa l’ingresso al teatro delle marionette dalla strada e consente al visitatore di entrare nell’area della grande fontana.

Elsen Lupic & Partners, Francesco Lupic, Federico Cavagnera, Alessandro Pistore, Valentina Zippo — The Hanoi Bamboo Connection

prospetto principale

Il progetto ridisegna il lungo lago con l’inserimento di un giardino che richiama l’immagine delle risaie vietnamite e valorizza integralmente le aree che costeggiano l’acqua. Il giardino è tripartito e si snoda lungo tutta la Dinh Tien Hoang street e incontra la Main square e la Middle square. La prima parte è dedicata ai fiori di loto, nella sezione centrate (prospiciente la galleria) il bamboo decora la risaie, la terza parte è destinata ad ospitare altre essenze locali. Una lunga passeggiata attraversa i diversi settori e accompagna il visitatore tra sedute, fiori, piante e aree coperte di sosta e ristoro Un sistema parallelo si accompagna a quello principale delle piazze: il sistema delle “coperture” che, mantenendo i negozi e i tracciati attuali, crea un legante che unisce i frammenti del centro storico e pone le basi per la riqualificazione dei tracciati secondari.

Elsen Lupic & Partners, Francesco Lupic, Federico Cavagnera, Alessandro Pistore, Valentina Zippo — The Hanoi Bamboo Connection

vista della passerella in bamboo

La proposta è stata pensata per la riqualificazione della via Hang Dao, che parte dall’attuale piazza Dong Kinh Nghia Thuc. Sul primo tracciato sono state individuate tre zone di intervento al suolo che potranno essere valutate con gli abitanti e modificate in caso di particolari necessità. L’idea prevede la realizzazione di micro-coperture in bamboo, che richiamano l’immagine della galleria e le decorazioni della grande serra, accompagnate dalla sistemazione al suolo di incroci o tratti di strada rettilinei (rallentamento del traffico, cambio della pavimentazione o di quota, inserimento di dissuasori) che potranno arricchire ulteriormente le scelte sulla moderazione del traffico. Tali interventi potranno essere sottoposti all’attenzione dei residenti e dei commercianti che avranno la possibilità di essere coinvolti nelle scelte o nella realizzazione.

La riqualificazione degli edifici lungo la Hang Dao street e l’isolato sulla via Dinh Tien Hoang è ulteriormente rafforzata dall’intervento sui singoli edifici delle fronti che indica il bando.

Si è voluto salvaguardare l’originalità del disegno spontaneo delle facciate suggerendo interventi che possono essere attuati e realizzati per fasi. Si prevede una “pulizia” dei prospetti con l’eliminazione di fili elettrici, impianti, tendaggi e insegne; in secondo luogo si ipotizza la sistemazione degli impianti, la sostituzione dei vetri con elementi ad elevata schermatura solare e la manutenzione ordinaria degli altri elementi della facciata. Una colorazione policroma , che esalta i caratteri dei singoli prospetti, e l’inserimento di elementi decorativi che richiamano il disegno della galleria e delle coperture, caratterizzeranno ulteriormente il nuovo contesto.

Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus - Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari

$
0
0

Un ponte. Una passerella. Se non è arco, se non è corda, è semplicemente una trave. Un trilite. Due appoggi e una trave. Gesto minimo, essenziale, tettonico, come tettonici sono i templi, con le loro colonne e le loro trabeazioni. Questo ponte vuole essere un frammento di un discorso fatto di molti frammenti, tale da collocarsi nell’insieme del paesaggio, tra natura e artificio, della valle dei Templi. Un frammento, un blocco monolitico, figlio della tecnologia del nostro tempo, che dialoga con la tecnologia del passato. Una trave a U a profilo aperto in cls armato precompresso, prodotto della migliore tradizione costruttiva italiana.

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

Ipostudio Architetti , Bodàr, Gianni Munari — Passerella pedonale per collegare le aree del tempio di Eracle e del tempio di Zeus

CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO - ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto

$
0
0

SCELTE PROGETTUALI La scelta di fondo è quella di mettere in relazione tutte le attrezzature esistenti nella zona centrale creando una più forte connessione tra di esse e nel contempo cercare ridurre l’effetto di cesura di via Palù e dell’incrocio di questa con via per Sacile e via per Brugnera compatibilmente con le esigenze della viabilità, al fine di creare un sistema di spazi pubblici che arriva fino al Livenza e alle aree di grande interesse ambientale che lo circondano.

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Planimetria

Per raggiungere gli obiettivi del bando il progetto propone di: - a) rafforzare il percorso pedonale/ciclabile esistente sulla riva sinistra del Rio Aralt connettendolo a tutte le attrezzature esistenti nella zona e dotandolo di piazzole di sosta e di aggregazione e farlo diventare l’elemento ordinatore delle attrezzature presenti in questo ambito; - b) riordino e valorizzazione degli spazi scoperti delle attrezzature esistenti in modo da caratterizzarli come sistema e renderli più facilmente fruibili. - c) realizzare un nuovo ponte pedonale/ciclabile indipendente sul Rio Aralt di accesso alla scuola e al percorso esistente; - d) creare una piazzetta pedonale alla fine di via dei Fracassi quale snodo tra l’acceso al nuovo ponte pedonale e la zona a traffico limitato del centro, ed elemento di valorizzazione dello scorcio su Rio Aralt il quale è reso accessibile con una gradonata che parte dalla piazzetta stessa; - e) creare una zona a traffico limitato nella zona centrale in corrispondenza dell’ultimo tratto di via dei Fracassi con la sostituzione della pavimentazione in asfalto, con una a blocchetti di pietra o cemento pressato, al fine di ridurre la velocità dei veicoli e rendere quindi più compatibile la compresenza dei pedoni e delle auto; - f) la riconversione a senso unico di due tratti di via del Fracassi nei pressi del centro in modo da ridurre la sezione per i veicoli e recuperare spazio per i pedoni e quindi agevolare il collegamento tra la piazza della chiesa e la zona attrezzata lungo il Rio Aralt. Giardino veneto Si prevede di sistemare le recinzioni della scuola adiacente al percorso pedonale e ciclabile con siepi di varie essenze quasi a costituire una sorta di piccolo catalogo di arbusti e fiori tipici del territorio veneto utilizzabile anche a fini didattici, in quanto situato all’interno dello spazio di pertinenza della scuola stessa, ma allo stesso tempo fruibile da tutti perchè perfettamente visibile da chi utilizza il percorso pubblico. In questi giardini verranno usati tre diversi tipologie vegetali: siepi, fiori e piante aromatiche, per coinvolgere chi passeggia in esperienze ricche di dimensioni sensoriali, strutturate in vari livelli. La sensazione tattile delle siepi data dalle foglie e dai rami ben potati, con una funzione precisa di confine ma anche decorativa; con la loro forma regolare nel tempo e la consistenza che varia nelle stagioni attraverso le foglie, i fiori e i frutti. Le essenze utilizzabili in una zona veneta umida, come questa, sono: Biancospino, Frangolo, Fusaggine, Ligustrello, Sanguinello, Sambuco, Spincervino, Pallon di Maggio, Cotonestra. Proseguendo negli strati di lettura del giardino, troviamo i fiori autoctoni dei prati della regione. Queste piante portano ad una sensazione visiva con i loro petali colorati che sbocciano in periodi diversi dell’anno. Un esperienza, sicuramente diversa rispetto alle siepi, con arbusti più bassi e con cicli diversi, spesso non perenni e con forme più variabili ma sicuramente più vivaci e diversificate nei colori. Alcuni esempi di essenze utilizzabili sono: l’Alliaria, Lampagione (Muscari), Favagello, Centocchi comune (in ombra), Anemone dei boschi(in ombra), Sigillo di Salomone (in ombra), Calta palustre, Anemone giallo, Campanule, la Verga del Canadà, Balsamina Ghiandolosa, Margherita. In fine abbiamo le piante aromatiche ,che si possono trovare in tutta Italia, ma che completano il percorso con un’esperienza olfattiva. Le piante che possiamo inserire tra i cespugli sono: Rosmarino, Salvia, Drangoncello, Timo Maggiorana, Finocchio selvatico, Lavanda, Citronella, Malva, Ruta.

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

vista generale

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Vista del ponte

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Entrata della scuola

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Vista del percorso

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Vista della gradinata

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Vista del percorso

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Panca

ELIODORO SIMONETTO , Martina Simonetto — CONCORSO DI IDEE  PER LA RIQUALIFICAZIONE URBANA DEL CENTRO DI FRANCENIGO

Schema del giardino

Viewing all 892 articles
Browse latest View live




Latest Images