ANALISI DEGLI EFFETTI DELL’INTERVENTO SUL CONTESTO. L’abitato di Lanzada è costituito da nuclei storici, variamente distribuiti lungo la strada che, salendo da Sondrio arriva fino a Campo Moro. La contrada “Centro” può vantare tale definizione non perché abbia caratteri di particolare rilevanza architettonico-urbanistica rispetto alle altre, ma perché mantiene da sempre la presenza di attività commerciali e soprattutto degli edifici (quali appunto Municipio, Palazzo scolastico e Chiesa parrocchiale) che garantiscono la funzionalità dei servizi utili alla vita comunitaria. Dal punto di vista etnologico, invece, si rileva nella popolazione di Lanzada un forte senso di appartenenza al luogo, che va oltre il “campanilismo” per diventare “identità” basata sul riconoscimento dei caratteri comuni e collettivi che contraddistinguono una popolazione abitante in un dato luogo geografico. La forte volontà identitaria della comunità di Lanzada la si desume, ad esempio, dall’aver addirittura sviluppato, nel tempo, un linguaggio-codice, il Calmùn; un gergo non comprensibile agli estranei, una “parlata” codificata che rivela l’identità di chi la usa, la sua appartenenza geografica e culturale, la sua origine. Ma il mantenimento di un’identità deprivata dai segni di riconoscimento delle proprie appartenenze non è possibile: in questo contesto, gli interventi architettonici sono di primaria importanza per creare o ricreare spazi congrui, pensati a misura di chi li frequenta, capaci di garantire il vivere civile, in grado di assicurare autonomia e identità. Analizzando l’area di concorso, dunque, non solo da un punto di vista urbanistico/edilizio ma anche socio/economico/geografico, salta all’occhio che, se non fosse per la presenza delle scuole, degli uffici comunali e della chiesa, la via S. Giovanni avrebbe perso completamente il suo ruolo di asse principale (visto anche il progressivo spostamento di molte attività, quali ufficio postale, farmacia, banche, parco giochi, distributore di carburanti e nuove attività commerciali, sull’asse più trafficato delle vie Palù /Pizzo Scalino, che sono un punto di passaggio obbligato per chi va e viene da Sondrio, Chiesa e/o dalle frazioni). Senza contare il rischio futuro – ma non troppo – di un’ulteriore deprivazione identitaria locale a causa dell’informatizzazione dei servizi (che permetterà alle persone di accedervi senza muoversi da casa) e dell’eventuale fusione dei Comuni della Valmalenco per creare un solo ente amministrativo. «Nessun uomo è un’isola» e per sua natura l’uomo tende a cercare altri uomini, a riunirsi con loro, a condividere tempo, spazio e memorie. Il progetto che presentiamo vuole quindi restituire a Lanzada il suo “centro”: una piazza metaforica, un fulcro cittadino inteso come luogo di incontro, spazio di socialità, un luogo che stimoli «appartenenza alla vita», che invogli a passeggiare, a fare, ad affrontare la propria memoria, ad acquisire consapevolezza delle proprie origini. Questo luogo, oggi Lanzada non lo ha più, se escludiamo lo spazio aperto antistante la chiesa che sicuramente in passato svolgeva il ruolo fisico di riferimento per tutta una comunità, ma che attualmente, per com’è configurato, limita i momenti di convivialità e di aggregazione dei cittadini a pochi attimi successivi le funzioni religiose, ma non ha certo la valenza necessaria per essere identificato come “piazza del paese”. Se il Comune di Lanzada vorrà“investire” proficuamente sul mantenimento di una propria identità e di un proprio specifico ruolo, oltre che sull’educazione all’aggregazione dei propri cittadini, dovrà mantenere viva la via S. Giovanni, anche per tenere in vita quei servizi dati dalle pubbliche amministrazioni che oggi, a fronte della deficitaria crescita demografica, dai tagli dei fondi pubblici e dai conseguenti accorpamenti imposti dallo stato centrale, sono fortemente minacciati. Tutto, nel progetto, è stato pensato e concepito per dare a Lanzada un ruolo specifico in grado di differenziarla dagli altri comuni della Valle, grazie all’offerta di servizi e caratteristiche che altri non offrono. All’interno del progetto, per identificare alcuni edifici specifici, abbiamo utilizzato termini del “Calmùn” sempre nell’ottica del mantenimento dell’identità locale e per fare un omaggio alla fantasia e creatività con cui il genio popolare di Lanzada ha saputo costruire il proprio «parlare». Ed ecco il LAPA (da lingua, chiacchiera, favella) che è anche l’acronimo di LAnzada Performing Arts (Center), o anche di LAnzada Partecipa Attivamente o ancora di Laboratorio di Partecipazione Attiva. Lingua, anche, come primo segno di distinzione sociale di una comunità. Se il TECA (TErritorio Cultura ed Accoglienza) di Chiesa in Valmalenco è stato concepito per «fornire» servizi e spazi di comunicazione/esposizione rivolti principalmente al turista che viene in Valmalenco, il LAPA vuole essere un luogo di accoglienza rivolto prima di tutto alla comunità di Lanzada, un vero e proprio Centro Culturale dove i cittadini possano esprimere idee e proposte attraverso una serie di attività (ad esempio quella teatrale) che, una volta concretizzate, potranno essere proposte anche ai turisti e agli abitanti degli altri comuni della valle. Il LAPAè lo spazio rivolto a quei cittadini che vogliono ritrovarsi, scambiare idee e conoscenze, crescere culturalmente, discutere e confrontarsi, acquisire informazioni, esprimere la propria fantasia, trascorrere momenti di svago, lavorare in gruppo per preparare esposizioni, documentari, dibattiti, conferenze, spettacoli, progetti di solidarietà, utilizzare gli strumenti che la struttura offre per contribuire allo sviluppo culturale e civile del territorio. Il LAPA dovrebbe diventare il punto di riferimento culturale della valle e dare al comune di Lanzada il ruolo di depositario della memoria dell’intera valle. All’interno del LAPA le diverse funzioni sono ben compartimentate in modo da poter essere gestite e utilizzate autonomamente o in contemporanea, in base ai periodi e alle esigenze contingenti. La presenza della biblioteca all’interno del LAPAè di primaria importanza perché questo, già da sé, garantisce una frequentazione continua e lo identifica già come luogo di ritrovo e partecipazione. Il teatro ed i suoi laboratori, oltre a sviluppare capacità di comunicazione e occasioni di aggregazione, possono diventare strumenti importanti di intrattenimento rivolto anche al turista, in quel concetto ben espresso da Carlo Petrini quando afferma “Il turismo del futuro? Parte dai cittadini residenti, dalla loro qualità della vita, dalla capacità di essere felici, dalla cura verso la terra che abitano. I turisti arriveranno di conseguenza”. Nel contesto sopra descritto la scuola svolgerà ovviamente un ruolo da protagonista del processo culturale ed aggregativo e la “fusione” con le funzioni contenute nel LAPA potrà costituire uno dei punti di forza del Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto Comprensivo di Chiesa in Valmalenco al punto tale da poter, anche in questo distinguersi dagli istituti presenti a Chiesa ed a Caspoggio. Ed ecco la BASLA (il supporto su cui viene rovesciata la polenta), che può diventare acronimo di Base Associazioni/Ambulatorio Lanzada. La BASLA sostiene, la BASLA contiene, la BASLA offre cibo e nuove energie. La BASLA, soprattutto, è condivisione. E alla base di ogni forma di associazionismo c’è, prima di tutto, l’amicizia, la condivisione di ideali e finalità. L’associazionismo, a Lanzada come altrove, è soprattutto senso di appartenenza e testimonianza di libertà; è impegno di quella parte della società che non ha voglia di rinunciare, che guarda le cose con animo positivo, sostenuta da principi fondanti forti e solidi.
© Paolo Agostini . Published on September 05, 2013.
IN SINTESI I CAPISALDI DELLA PROPOSTA PROGETTUALE.- Attestare l’ingresso/l’uscita dell’autorimessa interrata alla stessa quota della Via Palù (+/- 0.00), in prossimità della scalinata per dare ulteriore forza all’unica connessione diretta di quest’ultima all’asse storico di Via S. Giovanni.
- Attestare l’ingresso coperto della scuola alla stessa quota della Via Palù (+/- m 0.00) in corrispondenza con la fermata dell’autobus per garantire un accesso rapido e protetto a tutti gli scolari in entrata ed in uscita dal plesso.
- Attestare l’ingresso /atrio coperto del LAPA alla quota più alta della Via S. Giovanni (+12.00 m in prossimità dei parcheggi esistenti di fronte al bar/pasticceria Gianoli) per poter superare con il corpo scale/ l’ascensore interno che sale dal parcheggio il dislivello maggiore presente nell’area di concorso.
- Spostare la biblioteca dai locali del piano terra del Municipio in una sede più idonea e progettata ex novo piuttosto che cercare di adattare l’esiguo spazio disponibile, avendo quest’ultima gli indici di impatto e di prestito tra i più alti del sistema bibliotecario è sembrata da subito una cosa quanto mai opportuna. L’occasione data dalla realizzazione della nuova scuola sarà anche l’opportunità di ampliare e valorizzare in maniera significativa lo spazio di fruizione ed i servizi offerti. In particolare, l’ampliamento proposto potrebbe strutturare al meglio l’atrio d’ingresso con l’accoglienza, la sezione delle novità, l’area riviste e giornali, le sezioni relative ad alcuni temi di interesse; un’area bambini e soprattutto sezione a scaffale aperto. La nuova biblioteca così concepita potrà assumere certamente un ruolo chiave nel controllo e nella gestione delle attività culturali offerte dal LAPA ma anche nell’ambito del nascente Ecomuseo della Valmalenco.
- Spostare la Sala Consigliare l’ufficio del Sindaco e la sala per le riunioni della giunta al piano sottotetto, per ricavare gli spazi archivio/operativi in prossimità di quelli già esistenti Spostare ll Museo mineralogico, per poterlo ampliare (+10% della superficie attuale) senza operare onerosi interventi edilizi sull’edificio esistente e valorizzarlo in maniera significativa tramite il suo inserimento nella sede comunale. La nuova collocazione dello spazio espositivo, al piano terreno del municipio (in un rapporto più diretto con “l’area libera” del verde attrezzato) si rivelerà particolarmente strategica per favorire l’affluenza di visitatori in concomitanza delle manifestazioni organizzate nel LAPA.
IN CONCRETO LA PROPOSTA PROGETTUALE PREVEDE I SEGUENTI INTERVENTI.
© Paolo Agostini . Published on September 05, 2013.
LAPA– EDIFICIO SCOLASTICO. L’intervento sia nell’ipotesi 1 che nella 2 prevede: Lo scavo e la realizzazione ex novo della centrale termica per il complesso, la realizzazione di un parcheggio interrato alla quota – 3.00 m, con accesso tramite rampa dalla via Palù. Realizzazione di nuovi volumi semi interrati e fuori terra (variamente dimensionati e con differenti destinazioni d’uso a seconda delle due opzioni richieste), costituenti l’edificio scolastico vero e proprio. La demolizione e la ricostruzione (sullo stesso sedime, con altezze invariate ma con minore impatto del volume e del prospetto attestanti sulla Via S. Giovanni, dell’edificio scolastico esistente, di una nuova costruzione (LAPA) ospitante la biblioteca, la sala teatro/cinema/auditorium e la “palestra” per la scuola con gli annessi spazi di distribuzione e servizi atti a garantire un uso compartimentato delle sale in questione. La realizzazione di un corpo ospitante le connessioni orizzontali e verticali di tutto il complesso sopra descritto aperto ad ovest (verso lo spazio verde attrezzato del cortile/piazza) ed ad est in prossimità della scalinata che connette la Via palù con la via S. Giovanni in prossimità dell’ingresso alla pasticceria Gianoli.
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IL MUNICIPIO E LA SEDE DEL MUSEO MINERALOGICO. La razionalizzazione degli spazi interni/esterni tramite minimi interventi edilizi come:- Il recupero del sottotetto con la demolizione della struttura esistente e la realizzazione di un nuovo volume prefabbricato in legno, dove possono trovare una nuova e più rappresentativa collocazione la sala consigliare, l’ufficio del Sindaco e la sala per le riunioni della giunta. Traslando lassù tali funzioni, si può liberare spazio al piano primo e ricavare nuovi spazi di lavoro/archivio in contiguità a quelli esistenti senza drastici e costosi interventi di modifica agli impianti, alle murature ed alle finiture.
- Il ridisegno dello spazio esterno al Municipio armonizzando lo spazio esistente al resto delle aree verdi / percorsi pedonali mantenendo il passo carraio dalla via S. Giovanni e due dei tre posti auto esistenti che, in caso di manifestazioni all’aperto, possono essere usati come zone di carico/scarico o sosta di mezzi di soccorso;
- Il cambiamento della destinazione d’uso dello spazio del piano seminterrato da biblioteca comunale/ archivio a museo mineralogico tramite minimi interventi di demolizione dei setti esistenti, l’utilizzo degli accessi che già ci sono e degli arredi che già ospitano la collezione dei minerali.
- Realizzazione di un centro diurno per anziani sul modello della sede dell’Associazione Amici Anziani di Chiesa in Valmalenco dove il servizio di assistenza a carattere integrativo, di sostegno alla vita domestica e di relazione, favorendo il rapporto di comunicazione interpersonale e le attività ricreative/culturali; è gestito con una certa autonomia dall’associazione stessa che nei locali sovrastanti l’Asl di Via Roma ha uno spazio attrezzato con bar, tavolini per il gioco e spazi liberi per le varie attività motorie, conferenze ed incontri di vario tipo aperti anche ai non associati. I locali che possono essere adibiti a sede di associazioni varie con annessi spazi accessori saranno distribuiti sia al piano terra (sede staccata degli alpini/protezione civile per es.) sia al piano sottotetto (ufficio del gruppo sportivo, ufficio AVIS).
- Ricollocazione dell’ambulatorio medico con relativi spazi accessori al piano terra con accesso da quello che attualmente è l’accesso del museo mineralogico.
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Il tutto è stato concepito adottando un atteggiamento progettuale consapevolmente improntato sull’idea che riqualificare non vuol dire necessariamente demolire tutto o cambiare in maniera cosmetica l’aspetto a tutto quello che già esiste ma, al contrario intervenire il minimo possibile sugli edifici esistenti alla ricerca di un equilibrio tra le richieste esplicitate nel bando di concorso, le esigenze del progetto architettonico, le abitudini consolidate nell’uso degli spazi (aperti o chiusi che siano) già esistenti, i vincoli dati dalle norme, le opportunità offerte dal contesto e, ultimo ma non ultimo, le risorse economiche disponibili
© Paolo Agostini . Published on September 05, 2013.
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© Paolo Agostini . Published on September 06, 2013.